Lavoro e professione

Professioni sanitarie, no tecnico delle Regioni sui fabbisogni formativi

di Ro. M.

Regioni ancora insoddisfatte sulla programmazione definitiva dei posti disponibili per le immatricolazioni ai corsi di laurea e laurea magistrale delle professioni sanitarie. Dopo due riunioni del tavolo tecnico, il 14 e il 19 luglio, il tentativo di mediazione condotto dal Miur, sulla base del potenziale formativo degli atenei e finalizzato soprattutto a riequilibrare la distribuzione dei posti per Veneto e Piemonte, non ha ancora trovato la giusta quadratura del cerchio.

In ballo ci sono un po’ tutte le professioni, ma in particolare meno di una decina. Un accordo sarebbe invece stato trovato su quattro categorie (educatore professionale, terapista occupazionale,tecnico audiometrista e assistente sanitario) dal momento che l’offerta formativa degli Atenei è inferiore alla richiesta delle regioni. Per le altre figure le trattative sono ancora in corso e saranno possibili ulteriori ritocchi.

Dopo una proposta di ripartizione da parte del coordinamento tecnico della Commissione Salute e una controproposta del Miur che accoglieva in parte le richieste di modifica degli allegati «provvisori» del Dm 477/2017, le regioni avrebbero deciso di esprimere in queste ore un diniego tecnico al ministero, che per il momento non rilascia dichiarazioni ufficiali.

I tempi per le modifiche teoricamente non sono strettissimi, fermo restando che la tabella di marcia dei bandi e dei test di ingresso deve andare avanti regolarmente e se ci saranno ulteriori cambiamenti non saranno di grossa portata.


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