Lavoro e professione

Convenzione delle farmacie, il 7 settembre primo incontro in Sisac

da Federfarma.it

Si aprirà ufficialmente il 7 settembre il tavolo tra Sisac, Federfarma e Assofarm per il rinnovo della convenzione che lega Ssn e farmacie del territorio. È la data che la stessa Sisac ha notificato nei giorni scorsi sulla base delle disponibilità espresse dai due sindacati di categoria all'inizio di agosto, dopo il via libera finale delle Regioni all'atto d'indirizzo. Perché il confronto prenda effettivamente il via, in ogni caso, bisognerà attendere ancora alcuni giorni: nell'incontro del 7, infatti, la Sisac dovrebbe limitarsi a consegnare ai sindacati la sua proposta di articolato e calendarizzare gli incontri a venire assieme alle organizzazioni di categoria.

La negoziazione vera e propria, in sostanza, comincerà soltanto dalla seconda riunione, con i sindacati che dovranno mettere sul tavolo le loro contromisure alle proposte regionali. Proposte che ovviamente ricalcheranno le linee programmatiche dell'atto d'indirizzo, licenziato dalle Regioni nel marzo scorso e poi inviato a fine luglio alla Sisac dopo il nulla osta del Consiglio dei ministri: in tema di accesso al farmaco, per esempio, l'obiettivo cui tendono gli assessori alla Salute è quello di «individuare, per quanto possibile, criteri uniformi sull'intero territorio nazionale» per l'erogazione dei medicinali, anche attraverso «un elenco unico nazionale dei farmaci da erogare in dpc, anche non ricompresi nel Pht».

Tra i temi che domineranno il confronto ci sarà anche la farmacia dei servizi e la remunerazione delle prestazioni erogabili in regime convenzionato: in questo caso, l'indicazione delle Regioni è che il confronto prenda in considerazione soltanto quei servizi che siano effettivamente «utili e misurabili», cioè affidabili dal punto di vista clinico e tracciabili ai fini del loro pagamento.

Ma a “governare” l'intera negoziazione sarà certamente la riforma della remunerazione sulla dispensazione del farmaco. Federfarma, come già detto in diverse occasioni, mira a valorizzare gli atti professionali che accompagnano l'erogazione del medicinale, le Regioni dal canto loro chiedono che la riforma non generi spesa aggiuntiva per la finanza pubblica, remuneri l'attività svolta dal farmacista a prescindere dal prezzo del farmaco e sia varata tramite decreto ministeriale, previa intesa in Conferenza Stato-Regioni. E' un menù già bello ricco.


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