Lavoro e professione

Specializzazioni mediche, protesta Anaao e Fimmg: «Gravi ritardi e sei dottori su dieci resteranno senza futuro». Manifestazione il 28 settembre

di Rosanna Magnano

Ritardi record per il concorso di accesso alle specializzazioni mediche, accreditamenti delle scuole al ralenti e regole ancora in sospeso sulle modalità della nuova graduatoria unica. È un cocktail di ostacoli che quest’anno alimenta le fiamme della protesta dei giovani camici bianchi. «Un futuro anche per noi!», è infatti l'appello dei dottori che si riconoscono nelle istanze di Anaao Giovani e Fimmg Formazione. E che prenderanno corpo in una manifestazione nazionale che si svolgerà a Roma giovedì 28 settembre davanti al Ministero dell'Università. Ma intanto dal Miur arriva qualche rassicurazione: il nuovo regolamento del bando sarà in Gazzetta il 6 settembre prossimo e la riunione di domani dell'Osservatorio Nazionale sulla Formazione Medica Specialistica dovrebbe dare chiarimenti sulla tempistica degli accreditamenti. L’intenzione del ministero, fanno sapere dal Miur, sarebbe in ogni caso di indire il bando entro l’autunno, con l’ipotesi sul tavolo di disgiungerlo dal processo di accreditamento.

Ma la tensione intanto resta alta. «I concorsi per gli aspiranti specializzandi - ricorda Domenico Montemurro, responsabile nazionale di Anaao Giovani - sono sempre stati in ritardo, ma quest’anno lo sono ancora di più. Come mai era successo prima. Una sommatoria inestricabile di rallentamenti, tra decreto sugli accreditamenti e regolamento sulla graduatoria unica ancora in stand by. Un’impasse che comporterà ricadute sia sul personale medico in servizio negli ospedali sia sui tempi di accesso dei giovani medici al titolo di specializzazione e quindi all’ingresso vero pe proprio nel mondo del lavoro. Quindi l’attuale carenza di specialisti non potrà che aggravarsi, con la certezza di non riuscire a coprire i futuri pensionamenti».

Il bando per il concorso alle scuole di specializzazione è infatti sul banco degli imputati non solo per il ritardo sui tempi di emanazione, ma anche per l’insufficienza dei posti a bando. «La sorte sorriderà solo a 6.105 dei 15mila medici freschi di laurea - si legge in una nota congiunta Anaao-Fimmg - che si stima parteciperanno quest'anno al concorso, tanti (pochi) sono i contratti finanziati dalla programmazione targata Governo Gentiloni. Questo vuol dire che più del 60% non potrà accedere ad un percorso specialistico e di conseguenza portare a termine il proprio percorso di studi. Dando poi uno sguardo al concorso di medicina generale sono state finanziate quest'anno dalle Regioni un numero di borse pari solo a 1.100 su tutto il territorio nazionale, rispetto alla necessità di almeno 1.800 unità, per far fronte alla massiccia ondata di pensionamenti che avranno luogo nei prossimi 5 anni».

Anaao Giovani e Fimmg Formazione non si fermano alla denuncia, ma avanzano precise richieste in una lettera inviata oggi alla ministra Valeria Fedeli e al Coordinatore della Commissione Salute, Antonio Saitta insieme alla richiesta di un incontro urgente. Prima tra tutte lo stanziamento di ulteriori 1.862 contratti di formazione specialistica (differenza tra contratti Miur e reale fabbisogno regionale per questo anno accademico) e di ulteriori altre 1.000 borse di medicina generale. «Calcolatrice alla mano - spiegano i giovani medici - il costo a carico delle Regioni ammonterebbe per la formazione specialistica a circa 46,5 milioni di euro nel primo anno di stanziamento, mentre il costo del finanziamento di ulteriori 1.000 contratti di Formazione in Medicina Generale è pari a circa 11 milioni di euro nel primo anno di stanziamento che servirebbero per iniziare a “tamponare” l'emergenza. Nel confermare ogni anno questo investimento le Regioni spenderebbero (per le Specializzazioni di durata quadriennale) un totale di circa 10 milioni di euro, e per le Borse di Formazione in Medicina Generale un totale di circa 1,65 milioni di euro (avendo il corso durata triennale)».

La protesta Anaao Giovani e Fimmg Formazione prende le distanze da altre iniziativa
Anaao e Fimmg si smarcano dalle iniziative delle altre associazioni dei giovani camici bianchi . «Anzitutto perché i due sindacati sostengono la carenza di specialisti ed è per questo che chiedono un cambio di paradigma formativo in cui le Regioni devono assumere un ruolo centrale per ridurre l'imbuto formativo. E ancora: qual è la logica di stilare una graduatoria unica se dopo occorre esprimere tre scelte? Come più volte proposto, sembra decisamente più meritocratico ed equo, dato il cambiamento di rotta, consentire ai candidati di scegliere progressivamente in base alla graduatoria unica la scuola di specializzazione e la sede fino ad esaurimento delle borse, consentendo ai candidati di rinunciare al contratto di formazione senza penalizzare sé stessi e gli altri concorrenti. Infine l'accreditamento delle scuole se non verrà corretto eliminando bias di selezione della rete formativa, non permetterà di attribuire le sedi per i posti messi a bando».

E i dubbi dei giovani dottori sono puntati anche sui criteri di accreditamento delle scuole. «In prevalenza si basa tutto su autocertificazioni - sottolinea Montemurro - e non vorrei che le università pur di mantenere alti i volumi, abbiano confuso prestazioni offerte in regime di ricovero ordinario con volumi offerti in altro tipo di regime, crendo così una distorsione sulle tipologie di formazione che gli specializzandi devono acquisire. In determinate specialità poi sono stati stabiliti criteri che potrebbero tagliar fuori reti ospedaliere molto efficienti».

Anaao Giovani e Fimmg formazione si rivolgono a tutti i giovani colleghi invitandoli a partecipare alla manifestazione del 28 settembre per condividere e rappresentare con forza la necessità di una maggiore attenzione del Governo, della politica e delle Regioni alle loro istanze, che vanno anche aldilà del bando in questione.

«Non si può continuare a negare il diritto sacrosanto alla formazione post-lauream - conclude la nota congiunta - senza la quale il medico non può accedere al mondo del lavoro, con un danno incalcolabile sia per tanti giovani professionisti che hanno investito anni di studio, fatica e denaro, che per l'intera comunità. Non si può continuare a negare il diritto ad avere un futuro»


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