Lavoro e professione

Specializzazioni, processo di accreditamento passo avanti da non ostacolare

di Stefano Guicciardi (vicepresidente vicario FederSpecializzandi)

Il problema della mancata pubblicazione del bando di concorso sicuramente rappresenta, comprensibilmente, l'istanza più urgente e tangibile per le migliaia di neo abilitati in attesa di conoscere il loro destino. L'accreditamento delle Scuole invece non appare prioritario e anzi rischia di essere etichettato come un'inutile formalità posta a ostacolo per lo svolgimento del concorso. Riteniamo opportuno sottolineare come le due questioni non siano antitetiche tra di loro, ma, anzi, rappresentino due facce della stessa medaglia e siano pertanto da portare avanti celermente e senza alcun indugio.

Il processo avviato dall'Osservatorio per la formazione medica specialistica coordinato dal professor Roberto Vettor e ufficializzato dal Decreto Interministeriale 402 rappresenta uno step essenziale per definire con chiarezza i parametri, gli standard e i requisiti essenziali in ambito assistenziale delle Scuole di Specializzazione di area medica.

A fronte di alcune criticità che si sono evidenziate nelle modalità e nelle tempistiche dei passaggi più tecnici e operativi, che sicuramente necessitano di essere migliorate, ci teniamo a sottolineare come il processo di accreditamento, richiesto da anni e finalmente implementato, rappresenti in ogni caso un enorme passo avanti nell'ottica di portare la formazione post laurea del nostro Paese a un livello più alto, moderno e in linea con gli standard europei.

In aggiunta a quanto fin qui riportato, FederSpecializzandi auspica con forza che il processo di accreditamento su parametri assistenziali e universitari appena implementato possa fare da apripista al necessario e fondamentale iter di accreditamento didattico, al fine di uniformare le Scuole anche dal punto di vista dell'offerta formativa, intesa come la documentazione dell'attività didattica, valutativa e certificativa, strutturata intorno alla riflessione sulle competenze che uno specialista debba possedere per poter svolgere al meglio la propria professione, rispondendo ai bisogni in salute della società.

FederSpecializzandi è una delle pochissime realtà che fino ad ora ha posto l'accento non soltanto sui problemi quantitativi, ma anche e soprattutto sui problemi qualitativi della formazione.

Essenziale l'accreditamento delle strutture, ma la formazione passa soprattutto dal processo educativo e didattico, che è il vero motore dell'acquisizione delle competenze. Troviamo, pertanto controproducente e inopportuno in questa fase così importante e delicata, ri-presentare proposte, come il cosiddetto “doppio canale formativo”, che si allontanano dal progetto di unitarietà e qualità certificata della formazione post laurea implementata con il processo di accreditamento in atto.

Copertura economica e nuovo concorso
Per quanto riguarda la copertura economica FederSpecializzandi denuncia come, stando a quanto riportato dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin le cifre preannunciate per i contratti ministeriali, poco più di 6100 risultino ampiamente insufficienti per colmare il divario con i candidati specializzandi previsti, tra i 13.000 e i 15.000. Si è quindi scelto consapevolmente per l'ennesimo anno consecutivo di non ovviare al problema dell'imbuto formativo condannando più della metà dei candidati al consueto limbo di precarietà lavorativa e formativa.

Bene invece le proposte di modifica del regolamento relativo al Concorso di specializzazione che in base alle parole del ministro On. Fedeli è atteso per il 6 settembre. Tra le numerose novità introdotte nel nuovo regolamento, i punti che dovrebbero essere recepiti sono l'introduzione di una graduatoria unica, lo svolgimento della prova in una sola giornata e in poche macro-sedi interregionali per permettere controlli più efficaci, e la riduzione dell'impatto del curriculum sul punteggio finale.

In merito a queste modifiche, il parere di FederSpecializzandi è sicuramente positivo, anche se le modalità con cui si è finalmente giunti a questa decisione avrebbero meritato tempistiche migliori, tali da non generare ritardi ingiustificati e non sovrapporsi al processo di accreditamento.

L'unico neo avanzato sino ad ora nella proposta riguarda la possibilità di scegliere solo 3 sedi una volta pubblicata la graduatoria, che rischiano di ridurne l'impatto e ritardare ulteriormente la presa in servizio dei colleghi vincitori di concorso. Con il nuovo concorso sarà infine essenziale vigilare sull'efficienza del meccanismo di selezione della Scuola e soprattutto garantire il vincolo e il recupero delle risorse in caso di rinunce e abbandoni durante la specializzazione.

Il dibattito mediatico
Su questi temi, con grande rammarico, si è purtroppo assistito a un crescente stato di tensione, amplificato dal silenzio da parte delle istituzioni, che dal 12 agosto non si sono curate di rilasciare aggiornamenti ufficiali. Una condizione frustrante per tutti gli specializzandi e aspiranti tali, verso i quali si conferma tristemente la più totale indifferenza.
Ad accentuare il clima di ingiustificabile confusione e incertezza, si sono inoltre aggiunte diatribe mediatiche tra sigle e gruppi di diversa provenienza: alimentare polemiche con toni sensazionalistici rischia di minare ulteriormente la già precaria situazione dei giovani medici e neoabilitati, compromettendone peraltro la credibilità. Riteniamo come questo non sia il tempo delle divisioni, ma della responsabilità, dell'unità e del supporto reciproco in nome di imprescindibili progressi della formazione dei futuri professionisti della salute.
Il loro ottenimento non sarà una vittoria su cui qualcuno potrà né dovrà accampare rivendicazioni, ma dovrà essere una vittoria di tutti i medici in formazione. Il futuro del nostro Servizio sanitario nazionale passa prima di tutto attraverso le competenze dei suoi operatori, e ostacolarne la formazione significa minare in maniera miope la tutela della salute nel nostro Paese.


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