Lavoro e professione

Giornata mondiale della Sepsi: tecnologie d'avanguardia e nuovi modelli organizzativi per combattere l'emergenza

di Di Gian Maria Rossolini (Professore di Microbiologia Clinica dell'Università di Firenze, direttore Uoc Microbiologia e Virologia, Aou Careggi di Firenze)

Dell'emergenza sepsi si parla ogni anno in occasione della Giornata mondiale che si celebra il 13 settembre. Per contrastare il fenomeno e salvare vite umane, l'imperativo resta quello di agire tempestivamente, il che impone un cambiamento a livello organizzativo nei nostri ospedali e la possibilità di dotarsi di tecnologie d'avanguardia che garantiscono rapidità e accuratezza della diagnosi microbiologica.

La sepsi è una grave condizione clinica scatenata da un'infezione che può portare alla morte in tempi brevi. Ogni anno in Europa si verificano circa 400 casi di sepsi ogni 100mila abitanti, più di infarto del miocardio e tumori. Solo in Italia si registrano circa 250mila casi con una mortalità superiore al 20%. E l'incidenza è destinata a crescere per via dell'aumento della quota di popolazione a rischio, vale a dire gli anziani e i soggetti immunocompromessi.

Va poi ricordato che il fenomeno della resistenza agli antibiotici aggrava ulteriormente il problema, dal momento che le sepsi causate da ceppi di batteri multi-resistenti, che si verificano specialmente all'interno delle strutture sanitarie, sono più difficili da trattare e hanno un impatto maggiore in termini sia di mortalità, sia di costi.

Poiché abbiamo a che fare con una sindrome ad evoluzione rapida, la tempestività d'azione risulta cruciale. Una diagnosi in grado di identificare rapidamente il patogeno che ha causato l'infezione e il suo profilo di antibiotico-sensibilità, può infatti consentire l'ottimizzazione della terapia nel più breve tempo possibile. Tutto ciò si traduce in un miglior outcome clinico e nella riduzione della mortalità associata. Quest'ultima, infatti, aumenta progressivamente al trascorrere del tempo in cui il paziente è sottoposto a un trattamento antibiotico non appropriato. Se consideriamo che i tempi canonici per una diagnosi dell'agente responsabile della sepsi sono di almeno 2-3 giorni, ci rendiamo conto di quanto possa essere determinante dotarsi di strumenti diagnostici in grado di ridurre sensibilmente queste tempistiche, rendendo necessarie poche ore al posto di qualche giorno.

È quindi auspicabile che le tecnologie più innovative si traducano in un'opportunità concreta nei nostri ospedali ma per poterne sfruttare appieno i benefici è indispensabile intervenire anche sul versante della formazione e su quello organizzativo. Da un lato, vanno potenziate le competenze dei laboratori di microbiologia, in termini di scelta appropriata dei percorsi diagnostici e di corretta interpretazione e gestione dei risultati. Dall'altro, vanno rafforzati il dialogo e la sinergia tra clinici e microbiologi per consentire a questi ultimi di gestire le richieste in maniera efficace, dando priorità ai casi più gravi. Un modello organizzativo efficiente dovrebbe inoltre prevedere laboratori di microbiologia attivi sette giorni su sette, 24 ore su 24, per la diagnostica della sepsi.

In definitiva, innovazione, professionalità e organizzazione sono le tre leve strategiche per la lotta alla sepsi: per rispondere alle aspettative di cura di clinici e pazienti, ma anche per ridurre i costi di gestione dei pazienti critici.


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