Lavoro e professione

Alimenti medici speciali: la detrazione al 19% è una svolta, ma non basta

di Maurizio Muscaritoli (professore ordinario di Medicina Interna, Sapienza Università di Roma e presidente SINuC-Società Italiana di Nutrizione Clinica e Metabolismo)

Non tutti forse sanno cosa sono gli alimenti a fini medici speciali (AFMS). Lo sanno coloro che ogni giorno assistono, curano o convivono con un malato, un anziano, una persona non autosufficiente. Gli AFMS sono prodotti destinati all'alimentazione completa o parziale di pazienti con capacità limitata, disturbata o alterata di assumere, digerire, assorbire, metabolizzare o eliminare alimenti comuni. Gli AFMS sono alimenti da utilizzare sotto controllo medico.
Con la Legge di Bilancio 2018 gli alimenti a fini medici speciali possono usufruire della detrazione del 19% esattamente come accade per prodotti sanitari, dispositivi medici, farmaci in fascia A prescritti su ricetta bianca e quelli in Fascia C prescritti con ricetta medica ma non rimborsati.
Da oggi, i cittadini che necessitano dell'acquisto di supplementi nutrizionali potranno detrarre le spese sostenute nel 2018 e retroattivamente quelle del 2017. Sarà possibile detrarre, infatti, anche gli AFMS acquistati nell'anno 2017 pur in assenza dello scontrino parlante. In questo caso, è possibile allegare allo scontrino fiscale la ricetta medica.
Come la normativa ha correttamente stimato, saranno 20 milioni di euro a tornare nelle tasche dei cittadini.

Pur avendo fatto un grande passo avanti con il riconoscimento del beneficio terapeutico degli AFMS e l'introduzione della detraibilità fiscale parziale, c'è ancora molto da fare sul fronte del diritto alla salute e alla corretta nutrizione del cittadino. Il legislatore dovrà considerare, basandosi sui dati di costo-efficacia di questi trattamenti, la possibilità di un rimborso totale di questi alimenti all'interno di percorsi terapeutici appropriati, poiché i pazienti si trovano a dover sostenere spese economiche molto rilevanti per combattere la malnutrizione legata alla propria malattia.

Va sottolineato che prodotti a base di vitamine o minerali – i comuni integratori – non appartengono alla categoria degli AFMS a parte alcune limitate eccezioni.
Diverse patologie sono correlate a problemi nutrizionali che generano condizioni di malnutrizione più frequentemente di quello che si possa pensare. In Italia, da dati SINPE si stima che almeno il 15% della totalità dei pazienti sia a rischio di malnutrizione. Più in generale in ospedale e nelle Rsa un paziente su 3 è malnutrito o a rischio di malnutrizione e ancora più grave un paziente oncologico su 5 muore di malnutrizione. Se consideriamo che in Italia abbiamo 3 milioni di pazienti oncologici, si può dedurre che questo deficit nutrizionale colpisca mezzo milione di persone. Recenti studi dimostrano l'innalzamento di questo dato.

Secondo lo studio PreMiO (Muscaritoli M, et al. Oncotarget, 2017), in media, circa il 50% dei pazienti in prima visita medica oncologica, cioè prima di iniziare trattamenti farmacologici e/o chemio o radioterapia, è a rischio di malnutrizione o malnutrito.
La malnutrizione calorico-proteica è particolarmente frequente in pazienti anziani (per la prevenzione e la cura della perdita di massa muscolare, la sarcopenia), e pazienti affetti da alcune patologie, quali insufficienza renale, cardiaca o epatica e malattie malformative congenite, neurologiche (vascolari, ipossiche o degenerative), respiratorie, gastroenterologiche, polmonari, o tumorali (in particolare del distretto testa-collo e dell'apparato digerente) e trattamenti correlati (chirurgia, chemioterapia, radioterapia) soltanto per citarne alcune.


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