Lavoro e professione

Contratto Sanità, infermieri: indennità ferme a 20 anni fa, proposta Aran inaccettabile

di Lucilla Vazza


Niente da fare, l’accordo finale sul Ccnl per il comparto sanità non si trova. O meglio, se Regioni e Governo stanno facendo quadrato sulla bozza che circola in queste ore, per i sindacati degli infermieri la trattativa sarebbe una presa in giro. E quindi, al momento e al contrario di quanto sta accadendo per i medici, lo sciopero previsto per il 23 febbraio è confermato.

L’incontro di ieri sera all'Aran è stato, a parere dei sindacati, del tutto inconcludente e le quattro ore di confronto tra le parti non ha avuto esito positivo. Lo ha sottolineato in una nota rovente il sindacato degli infermieri Nursing Up. «Scandaloso che ci ripropongano le stesse indennità ferme da vent'anni, senza differenziazioni - denuncia il presidente Antonio De Palma - vogliono un rinnovo contrattuale a costo zero». Nella bozza del Ccnl si legge di indennità giornaliere per infermieri con importi identici all'ultimo contratto (2,74 euro lordi per ora servizio notturno), senza risorse integrative. E poi che al personale del ruolo sanitario «in servizi su tre turni compete idennità giornaliera, pari a euro 4,49».

«Non siamo disponibili ad accettare condizioni contrattuali al ribasso e contestiamo il metodo: non è possibile prendere visione di pezzi di contratto ed esprimere un parere seduta stante. Hanno anche il coraggio di chiamarla trattativa. Questo modo di procedere ci sembra presa in giro di lavoratori che aspettano risposte da vent'anni» tuona De Palma.

Indennità congelate da 20 anni
Nella bozza si legge che agli operatori categorie A-D per almeno 12 ore giornaliere ed effettivamente operanti su due turni in corsia o in struttura protetta spetterebbe un’indennità di 2,07 euro. «Inaccettabile - sottolinea il sindacalista - l'indennità è corrisposta purché vi sia effettiva rotazione del personale su due turni, tale che nell'arco del mese si evidenzi un numero sostanzialmente equilibrato dei turni almeno pari al 30%».

E conclude «Hanno anche il coraggio di chiamarla trattativa, quando riteniamo con tutta evidenza che sia una modalità che, di fatto, vessa il confronto. Le risorse che chiediamo ci sono o no?».

Lo scopriremo nei prossimi giorni, visto che sul comparto Governo e Regioni hanno voglia di chiudere in fretta per spostarsi sulla partita del rinnovo contrattuale della dirigenza medica, che è ancora in alto mare.


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