Lavoro e professione

Aggressione ai medici: Cittadinanzattiva e FnomCeo fanno fronte comune

di Ernesto Diffidenti

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24 Esclusivo per Sanità24

E' una vera e propria escalation quella che si registra a danno dei medici, vittime di astio, rabbia e frustrazione dei pazienti (o dei loro familiari). Un cocktail che si trasforma in insulti, spinte e schiaffi, quando va bene. Altrimenti si è vittime di vere e proprie aggressioni. Una situazione insostenibile (sarebbero 3mila i casi all'anno registrati da Fiaso che riunisce Asl e ospedali, dunque circa 10 al giorno) che sarà al centro delle celebrazioni per la XII Giornata europea dei diritti del malato, promossa da Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato quest’anno con la partnership della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri.

«In occasione della giornata europea dei diritti del malato, la nostra organizzazione è in prima linea insieme ai medici per testimoniare che siamo dalla stessa parte anche di fronte ad episodi gravissimi come le violenze ai danni dei sanitari o le lesioni dei diritti dei cittadini - sottolinea Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato -. La prima cosa che vogliamo fare insieme è lavorare su una rinnovata alleanza che parta dalla consapevolezza reciproca che ciascuno gioca un ruolo; che sia i medici sia i cittadini hanno diritti ma anche responsabilità, e che alla base deve esserci innanzitutto fiducia e rispetto reciproco. La seconda è agire insieme per migliorare l’accessibilità alle cure e le condizioni di lavoro, perché disorganizzazione, carenza di personale e di tempo possono essere terreno fertile per rapporti conflittuali, fino alla degenerazione in violenze e aggressioni fisiche e verbali».

Per questo nelle piazze e nei luoghi pubblici in cui sarà presente (la Giornata per i diritti del malato si concluderà il 23 maggio a Bruxelles), Cittadinanzattiva «sensibilizzerà cittadini e professionisti sui propri diritti e doveri». «E siamo già al lavoro - aggiunge Aceti - per rafforzare la collaborazione con la Federazione su questo e su altri temi nevralgici, che toccano la vita quotidiana di professionisti e cittadini e la salvaguardia del Servizio sanitario nazionale».

«Siamo con i cittadini e per i cittadini a collaborare e a incontrarci sui diritti, che sono anche quelli alla sicurezza - afferma dal canto suo Filippo Anelli, presidente della Federazione degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo) -. Se le strutture non sono adeguate, non sono a norma, non sono sicure, non lo sono prima di tutto per i pazienti. Insieme a Cittadinanzattiva chiediamo quindi ai direttori generali delle Aziende sanitarie e ospedaliere di adeguarsi alla Legge 81 sulla sicurezza dei luoghi di lavoro, in modo da assicurare agli operatori serenità nel curare e ai cittadini prestazioni sicure in sedi sicure».

La sicurezza, però, non è soltanto quella delle strutture. I medici e gli operatori della sanità sono sempre meno numerosi, sempre più anziani, sempre più stanchi e provati da turni oltre il sopportabile. «Un medico stanco, anziano, lasciato solo non può riuscire a garantire sempre e comunque prestazioni sicure - aggiunge Anelli -. E, se non verranno urgentemente formati nuovi medici, lo scenario è quello di una sanità dapprima con medici centenari, poi senza medici. Per questo, in vista della Conferenza Stato Regioni che dovrà decidere sul numero delle borse, invitiamo Cittadinanzattiva e tutti i cittadini a far propria la campagna social “Medici Centenari”, invadendo la rete con le foto dei due medici, uomo e donna, con camice immacolato, chioma canuta e volto rugoso, e disegnando, per un giorno, quella che potrebbe essere, e che non vogliamo che sia, la sanità del futuro».

Provocatoria, invece, la lettera aperta di Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione dei medici di famiglia (Fimmg )e presidente dell’Ordine dei medici di Napoli che ha lanciato la campagna #picchiateMe.

«A tutti quelli che pensano che sia giusto picchiare un medico - comincia la missiva - che cerca di fare il proprio dovere nei limiti di un’organizzazione che non dipende da lui, di una logistica che non dipende lui, di una condizione di malattia la cui evoluzione – nonostante il suo impegno – non potrà cambiare voglio dare un’occasione: picchiate me!!». E prosegue: «A tutti quelli che rivolgendosi in una sede di continuità assistenziale (ex guardia medica), e trovando una donna, pensano per questo di essere ‘i più forti’ e la aggrediscono dico: picchiate me!! A tutti quelli che in un pronto soccorso, senza considerare il diritto di assistenza di tutti, penseranno di farsi giustizia da soli senza una prova, senza una possibile difesa, senza una condanna, ma solo certi delle proprie ragioni figlie solo d’ignoranza e asocialità dico: picchiate me!!». Amara la conclusione: «Forse saranno sempre di meno i medici disposti a farsi aggredire. Alla fine non ne troverete più: chi picchia un medico, picchia se stesso».


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