Lavoro e professione

Ricerca pubblico-privato: per l'Iss priorità all'autonomia e alla trasparenza

di Walter Ricciardi*

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24 Esclusivo per Sanità24

Che l’Istituto Superiore di Sanità sia un patrimonio per il nostro Paese, che vada finanziato e sostenuto e difeso è indiscutibile e questo innanzitutto è stato l’impegno che abbiamo preso e portato avanti in questi anni. Che ogni finanziamento che lo Stato eroga a suo favore lo eroghi a favore della salute pubblica è altrettanto indiscutibile. E non si può dire che in questi ultimi anni non si sia andati in questa direzione. A partire dai centoundici milioni di euro di finanziamento ottenuti nell’ultima finanziaria che ha attribuito risorse all’Ente per undici milioni di euro in più rispetto alle dotazioni passate.

E proprio grazie alle risorse pubbliche è stata possibile la stabilizzazione di 473 precari che hanno significato per l’Istituto il riconoscimento da parte del Parlamento del valore delle sue competenze e quindi innanzitutto del suo capitale umano. Ma, sempre in questi anni, abbiamo avuto prova del riconoscimento della sua attività istituzionale anche attraverso la Conferenza Stato-Regioni, che per la prima volta ha stanziato un contributo sistematico di dieci milioni di euro l’anno per finanziare l’attività istituzionale dell’Istituto confermando il nostro ruolo strategico all’interno del Servizio sanitario nazionale.

Altra partita è la questione del finanziamento privato della ricerca pubblica, che attualmente in Istituto è pari all’1,03 per cento del finanziamento totale ed è stato attribuito attraverso progetti regolarmente approvati dal Comitato Scientifico del quale fanno parte i rappresentanti dei ricercatori.
Un tema di indubbia delicatezza e centralità per lo sviluppo e l’equilibrio della ricerca scientifica e soprattutto del suo futuro e che rappresenta un dibattito che investe il nostro istituto come tutti gli istituti di ricerca pubblica europei.
In tutta Europa, infatti, la sostenibilità della ricerca pubblica è un tema centrale e legato a strategie che ovunque prevedono necessariamente una sinergia tra pubblico e privato senza la quale si rischia di disperdere energie e massa critica e soprattutto di slegare la ricerca pubblica da modelli di sviluppo e di produttività che possano fare da volano all’economia del paese e alla sua competitività a livello internazionale.

Che il conflitto di interesse sia il nodo centrale di questo binomio potenzialmente positivo per la salute e per l’economia nessuno può negarlo tuttavia non solo è possibile trovare sistemi di regole e di trasparenza, che ne arginino i rischi e garantiscano indipendenza e rigore, ma lo riteniamo necessario e doveroso.
Un nodo talmente importante che non solo uno dei primi impegni che abbiamo portato avanti, prima ancora della riorganizzazione, è stato quello di dotare l’Istituto di un codice etico di cui mai, prima di allora, l’Istituto si era dotato. Ma è stato solo il primo atto, poiché è di recente approvazione, invece, da parte del Consiglio di Amministrazione, e anche questo passato sotto il vaglio del Comitato scientifico, il “Regolamento recante norme di comportamento del personale dell’Istituto Superiore di Sanità” che ha come oggetto proprio il tema del conflitto di interessi nelle sue varie declinazioni sulla trasparenza, la prevenzione della corruzione e diverse norme di comportamento atte a tutelare l’imparzialità del ricercatore nello svolgimento delle sue attività.

L’altro passo in questa direzione, infatti, sarà segnato con l’approvazione di un ulteriore documento volto a tutelare ancora l’Istituto dai potenziali conflitti d’interesse istituzionali nel partenariato pubblico-privato. Per la definizione di quest’ultimo, in particolare, stiamo attendendo un parere dall’Autorità Nazionale Anticorruzione, prima che possa diventare un vero e proprio codice di regolamentazione da adottare definitivamente. Il tema dell’indipendenza della ricerca sta diventando quindi nell’istituto, qualcosa di più di un dibattito e sta producendo atti concreti che si traducono in norme prescrittive di comportamenti ispirati alla trasparenza non solo del ricercatore ma dell’Istituzione nel suo complesso. Sempre, quindi, in questi anni abbiamo guardato al futuro cercando di coglierne la complessità e di accettare, contemporaneamente, la sfida della modernità.

* Presidente dell'Istituto Superiore di Sanità


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