Lavoro e professione

AIIC: sul valore dell'innovazione servono scelte consapevoli e senza paraocchi

di Lorenzo Leogrande *

S
24 Esclusivo per Sanità24

Il diciannovesimo convegno nazionale dell’Associazione italiana ingegneri clinici (AIIC) presenta due elementi critici (o delicati, se vogliamo metterla sul leggero). Il primo: vogliamo parlare di “valore”. Il secondo: vogliamo farlo a Catanzaro.
Come AIIC per il nostro convegno abbiamo scelto un titolo - "Tecnologie, accessibilità, esiti: l'ingegneria clinica per una sanità di valore" – ed una location, Università degli Studi Magna Graecia, Catanzaro-Germaneto – che hanno richiamato sull’evento alcuni sguardi perplessi: come si mettono insieme il tema del “valore in sanità” con “il Sud”?
Tutto questo, invece che renderci freddi o timorosi sulla nostra scelta, ci ha convinto della bontà e della corretta temerarietà dell’opzione. Una convinzione che nei mesi di preparazione si è andata strutturando, consolidando, radicando.

Negli anni scorsi ci siamo interrogati su tanti aspetti emergenti e critici del nostro Ssn. Lo scorso anno, ad esempio, abbiamo lavorato sull'ampia offerta di soluzioni tecnologiche complesse e all'avanguardia che registriamo nell'healthcare, soluzioni che non sempre sono disponibili nelle strutture italiane. Quest'anno abbiamo voluto mettere a fuoco il valore della sanità italiana: una scelta voluta per garantire uno sguardo trasversale sulla qualità dell'innovazione tecnologica, sull'universalità dell'offerta assistenziale, e sull'importanza di porre attenzione sugli effetti output delle prestazioni.

Vogliamo parlare di valore. Qualcuno dice che ogni volta che si parla di sanità si parla per forza di valore. Il “valore” sembra essere ovvio: le cure, l’innovazione, l’assistenza. Chi potrebbe metterle in dubbio?
E invece no: analizziamo. Perché fare un investimento in tech-healthcare? A quali bisogni risponde? Ci sono realmente degli unmeet-needs dietro l’investimento? E ancora: quale valore c’è in un’acquisizione di una grande apparecchiatura senza le adeguate competenze per gestirla? Quale valore diamo al nostro sistema tecnologico, quando decidiamo di non dare alcuna attenzione al tema (rilevantissimo in termini di sicurezza dei pazienti) della manutenzione dello stesso?

Non vogliamo dare nulla per scontato (che ingegneri saremmo?) e quindi desideriamo mettere al centro del dibattito e dell’attenzione di tutti quelli che hanno accettato di fare un pezzo di strada con noi, tutte le tre fasi della produzione del valore - Value Based Helthcare Procurement, Value Based Health Operations Management, Value Based Health Techology Maintenance – affinché prima di tutto si esca dalle “ovvietà” e si entri nel merito concreto, nella fase dei piedi per terra, nell’ambito delle scelte consapevoli e senza paraocchi. Anche perché queste miopie e superficialità sono quelle che poi permettono agli alfieri del “taglio incondizionato” di far pendere la bilancia sempre dalla parte dell’economicismo, invece che dalla parte della qualità delle prestazioni.

Ma non ci vogliamo fermare a queste considerazioni: noi tutto questo vogliamo metterlo a tema a Catanzaro, uno dei centri (universitari, di ricerca, di sviluppo imprenditoriale) della Calabria, regione che sta vivendo – anche da un punto di vista politico – una stagione sicuramente complessa.
Sinceramente andiamo orgogliosi di questa scelta: il Sud non è quel buco nero che certa narrazione vuole dipingere. E’ una terra complessa, con risorse spesso nascoste. Ne abbiamo avuto conferma con i progetti innovativi arrivati presso la segreteria del nostro premio Health technology Challenge: da questa terrà sono arrivati quasi quaranta progetti di giovani ingegneri, di start up e da spin off accademiche, tutte proposte che da un lato affermano l’alto grado di specializzazione di chi opera all’interno delle tecnologie per la salute in Calabria, e che dall’altro dimostra che non è vero che tutte le migliori teste vanno al Nord. Il Sud ha bisogno di venire alla luce, di venire a galla, di mettersi in discussione non per morire di fuoco amico, bensì per rilanciarsi. Esiste un Sud (ed una Calabria) virtuosa e che conosce l’importanza di presentarsi come terra di grande potenziale, anche nelle sue realtà legate alla sanità.
Per questo vogliamo parlare di valore. Per questo vogliamo farlo a Catanzaro

* Presidente AIIC


© RIPRODUZIONE RISERVATA