Lavoro e professione

Cura Italia/ L'accusa dei giovani medici: sparite dal decreto 5mila borse di specializzazione

di B. Gob.

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Il ruolo di Cassandra destinata a non essere mai creduta si ripete per i giovani medici: l'ennesima occasione rappresentata dal decreto legge "Cura Italia" di aumentare il numero delle borse di specializzazione per sdoganare i colleghi fermi nell'imbuto formativo tra laurea e specializzazione è andata a vuoto: il testo in Gazzetta non contiene l'emendamento che doveva introdurre 5mila contratti di formazione in più. Con buona pace dei circa 8mila camici bianchi in attesa. E, in prospettiva, del Servizio sanitario nazionale che sta affondando nelle Regioni più colpite sotto l'extracarico assistenziale da coronavirus.
«Quando vi racconteranno - e state sicuri che lo faranno - che mancano medici, ricordatevi di quanto leggerete qui sotto», affermano dall'associazione Sigm,Segretariato italiano Giovani medici.
«Nel Decreto “Cura Italia” - precisano dall'associazione - è stato eliminato l’articolo che prevedeva lo stanziamento aggiuntivo di 5000 contratti di formazione specialistica (borse di specializzazione), nonostante rassicurazioni e promesse. Il prossimo concorso per le specializzazioni mediche vedrà invece una partecipazione di più di 20.000 candidati, a fronte di circa 8.000 contratti di formazione. Perché questo? Come pensa il nostro Governo di tenere in piedi il nostro Ssn? Prevedendo uno stanziamento di fondi per finanziare contratti aggiuntivi nella bozza del Dl, per poi eliminarlo con una manovra dell'ultimo minuto. Ebbene, è il modo per creare una classe di medici precari disperati, che accetteranno qualsiasi forma di contrattualizzazione pur di lavorare oppure si troveranno costretti ad emigrare e prestare servizio all’estero. A che prezzo? Quello di rinunciare ad un’assistenza di qualità per la popolazione, voi tutti che ci leggete. Siamo davvero indignati e delusi. Auspichiamo che l’opinione pubblica prenda coscienza di ciò che è avvenuto in queste ultime ore poiché non riguarda solo il nostro futuro come specialisti, di cui vi accorgerete la carenza, ma riguarda il futuro e la sopravvivenza del nostro Servizio sanitario nazionale».


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