Lavoro e professione
Coronavirus/ Pubblico e privato uniscano fondi e cervelli per il rilancio dell’economia e la vittoria sul Covid-19
di Giorgio Racagni *
24 Esclusivo per Sanità24
Tra mondo accademico, mondo dell’industria, regolatorio e istituzioni abbiamo sempre parlato del dialogo tra pubblico e privato come volano della ricerca scientifica, generatore di risorse e posti di lavoro, ma non è mai stato messo in pratica come nelle aspettative. I Paesi che invece hanno capito il valore di questo binomio investono in ricerca producendo più facilmente Pil e brevetti. Questa formula farebbe ripartire l’economia, la tenuta del Sistema sanitario nazionale e vincere la battaglia contro la pandemia.
La farmacologia, in questi ultimi decenni, ha assunto un ruolo centrale tra le discipline che si occupano della qualità di vita dell’uomo ed è chiamata a rivestire un ruolo sempre più importante attraverso nuove metodologie di ricerca, terapie avanzate come le terapie geniche e cellulari, l’intelligenza artificiale, i big data, e la medicina personalizzata e di precisione. Tuttavia, per evolvere questi settori serve chiaramente un nuovo modello business.
La Società italiana di Farmacologia (SIF) che ho l’onore di presiedere, conosce questa occasione e ha cominciato a lavorare in tal senso istituendo una unità di crisi che serva, da una parte, a dare informazioni aggiornate sull’uso dei farmaci attualmente utilizzati o in studio per la terapia del Covid-19 (e che potete trovare sul sito della SIF) e dall’altra per rendere le altre realtà menzionate consapevoli delle opportunità che avremmo di evolvere insieme. In attesa che la situazione si normalizzi, vogliamo promuovere una discussione costruttiva, per affrontare tematiche rilevanti legate al «valore scientifico e uso appropriato del farmaco». La situazione tragica di oggi insegna che i sistemi sanitari globali non sono più sostenibili a meno che non si realizzino interventi politici, normativi ed economici basati su solide evidenze tecnico-scientifiche. È irrimandabile aprire quindi un dialogo con i vari stakeholders: università, centri di ricerca pubblici e privati, istituzioni regolatorie, associazioni di pazienti e industrie farmaceutiche.
E lo scopo è affrontare insieme le seguenti tematiche:
Ricerca pre-clinica e clinica
Per sviluppare un vaccino contro il Coronavirus e per scoprire e produrre farmaci innovativi è fondamentale che vi siano risorse adeguate sia per la ricerca di base che per la ricerca clinica. Mai come oggi è evidente che la sperimentazione animale sia indispensabile per individuare i meccanismi che sottendono all’azione dei farmaci prima di passare all’uomo, per evitare problemi di tossicità e di sicurezza. Bisogna quindi che il Parlamento semplicemente applichi la direttiva europea che regolamenta la sperimentazione sugli animali, evitando di apportare ulteriori limitazioni, con conseguenti problemi allo sviluppo della ricerca sanitaria. È ormai assodato che la collaborazione virtuosa fra accademia e industria farmaceutica possa promuovere un più rapido avanzamento delle conoscenze in campo biomedico. La ricerca clinica è sempre più multidisciplinare e l’innovazione nasce dove si sviluppano idee, pertanto è fondamentale agire seguendo le strategie che mi appresto ad elencare.
In primis, favorire le interazioni pubblico/privato per potenziare l’osmosi tra qualità della ricerca e capacità di trasferimento tecnologico: se i paesi che hanno più brevetti sono anche quelli che hanno una maggiore crescita del PIL, bisogna allora erogare più fondi per il PRIN (progetti di rilevante interesse nazionale) e il FIRB (Fondo per gli Investimenti della Ricerca di Base). In secondo luogo, applicare i modelli organizzativi efficienti per la gestione degli studi nelle strutture sanitarie pubbliche e private superando le limitazioni connesse ai conflitti di interesse che prevede la attuale normativa sulla ricerca clinica indipendente e profit: esiste soltanto una ricerca, quella condivisa.
Eccellenza nella formazione
È importante mantenere uno standard più elevato di quello attuale nell’ambito della formazione in campo biomedico, attraverso fondi che ne garantiscano l’eccellenza come avviene nei centri di ricerca più prestigiosi del mondo, come per esempio negli Stati Uniti. Questo passo è indispensabile all’innovazione che farà da motore alla ricerca, perché nell’area che riguarda la ricerca e lo sviluppo di farmaci e dispositivi medici, oltre alle tradizionali competenze del ricercatore farmaceutico e farmacologico, fondamentali nella filiera di sviluppo di un farmaco, saranno sempre più necessarie nuove competenze. E per la nascita e la collaborazione delle diverse competenze è indispensabile alzare l’asticella della qualità formativa.
Agenzia Nazionale per la Ricerca
Il COVID-19 insegna che i sistemi sanitari sono sempre più vulnerabili dal punto di vista socio-economico. In Italia questa situazione è peggiorata dalla stratificazione e disomogeneità a livello regionale. E allora anche la neonata Agenzia Nazionale per la Ricerca promuova, assieme agli stakeholders (CNR, AIFA, MUR, MIT, MINSAL, ISS, CSS e altri) un coordinamento fra pubblico e privato identificando nuovi modelli di partnership nel settore della ricerca biomedica e sviluppo dei farmaci. Queste considerazioni saranno indispensabili quando riprenderanno le attività legate al mondo farmaceutico e farmacologico, non solo per la rinascita del Sistema Sanitario Nazionale, allo stremo prima e tanto più prossimo al collasso adesso, ma anche per la ripresa del sistema tecno-scientifico e produttivo del nostro Paese. Lancio, quindi, con questa lettera, un appello da parte di SIF a promuovere un tavolo di lavoro comune al quale possano sedere tutti i soggetti interessati e che ho più volte richiamato qui.
* Presidente della Società Italiana di Farmacologia (SIF)
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