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Coronavirus/Simeu: le linee guida per la Fase 2 inviate a governo e regioni

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Durante la fase 1 il sistema d'emergenza sanitaria nel suo complesso ha ricoperto un ruolo fondamentale nella gestione della pandemia, permettendo agli ospedali di rispondere al meglio al bisogno di salute della popolazione. Per far fronte alla situazione straordinaria la Medicina d'emergenza-urgenza ha dovuto radicalmente trasformare la propria organizzazione, nello sforzo di gestire malati critici infettivi e, nello stesso tempo, continuare a garantire cure a persone non infette ed evitare per quanto possibile contaminazioni.

Per la fase 2 Simeu, Società italiana della Medicina di emergenza-urgenza, ha elaborato e diffuso le Linee guida per la gestione ottimale dell'epidemia da Covid19. Il documento, coordinato da Salvatore Manca, presidente nazionale Simeu e da Anna Maria Ferrari, direttrice MeCAU AO Arcispedale Santa Maria Nuova e del DEU, Reggio Emilia, raccoglie l'esperienza e la consulenza di un gruppo di lavoro di medici e infermieri che rappresentano la medicina di emergenza-urgenza di tutta Italia.

Le Linee Guida Simeu sono state inviate a Giuseppe Conte, presidente del Consiglio dei Ministri, Roberto Speranza, ministro della Salute e a tutti gli assessorati regionali competenti.

Gli strumenti per garantire la sicurezza dei pazienti
Divisione percorsi Covid/Non Covid in pronto soccorso e in ospedale, mantenimento di un distanziamento sicuro all'interno di ogni percorso durante tutto l'iter clinico assistenziale, mantenimento del pretriage, gestione attenta della sala d'attesa, adeguati dispositivi di protezione per il personale su tutto il percorso. Individuazione di diversi percorsi di ricovero in base alla valutazione complessiva del pazienti e alla positività o meno del tampone oro-naso-faringeo con individuazione di aree "filtro" nelle varie Unità Operative di ricovero, dove indirizzare il paziente in caso di persistenza di sospetta Covid.
Sono questi i principali punti chiave del documento, insieme a un protocollo per la valutazione e gestione dei soggetti con sospetto Covid che prevede l'impiego di un algoritmo per la definizione dei flussi dei pazienti, a completamento del processo decisionale in carico al medico d'emergenza, che valuta i pazienti in base a criteri epidemiologici, clinici e avvalendosi quando necessario della diagnostica per immagini. La combinazione di questi elementi permette di distinguere i pazienti in alta, media e bassa probabilità Covid, garantendo così la separazione dei percorsi.

"Verosimilmente - afferma Salvatore Manca, presidente nazionale Simeu - la malattia da SARS-CoV-2 non è destinata a scomparire in tempi brevi, ma a stabilizzarsi in forma endemica fino all'arrivo di un trattamento definitivo farmacologico o vaccinale. I casi tenderanno a diminuire o a modificarsi con manifestazioni cliniche anche ingannevoli ma non scompariranno del tutto e si concentreranno in ospedale passando dai nostri Pronto Soccorso, che, anche per la prolungata chiusura degli ambulatori, probabilmente accoglieranno numerosi pazienti con gli esiti della mancata prevenzione e cura delle cronicità, causando un sovraffollamento di codici probabilmente non più minori".

Durante la fase 1 il numero di accessi in pronto soccorso per l'abituale casistica è diminuito notevolmente, soprattutto in relazione ai codici di minore gravità e questo fattore ha sicuramente favorito le capacità di risposta alla pandemia. Un riduzione legata soprattutto, al timore di contagio da parte dei cittadini. Con la fine della "fase 1" gli accessi in PS stanno gradualmente aumentando ed è fondamentale per la sicurezza dei pazienti e la gestione dell'epidemia ripensare spazi e percorsi in PS e in ospedale.


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