Lavoro e professione

Previdenza: la doppia contribuzione Enpaf svuota l'Albo dei farmacisti

di Claudio Testuzza

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24 Esclusivo per Sanità24

In un anno sono andati via dall'Albo 2.500 farmacisti. E' un dato che dovrebbe mettere in allarme l'Enpaf, la Cassa previdenziale dei farmacisti.
Il Comitato " No Enpaf farmacisti dipendenti e disoccupati " giovedì 8 ottobre 2020 ha manifestato a Roma, in Piazza Monte Citorio per chiedere l'abolizione dell'Art. 21 della legge 233 del 1946 che obbliga tutti i farmacisti iscritti all'Albo all'iscrizione d'ufficio all'Enpaf ( Ente di previdenza e assistenza farmacisti ).

Il Comitato ritiene che la doppia imposizione per i farmacisti dipendenti INPS-ENPAF, debba essere abolita e che una legge del 1946, che crea disuguaglianze gravissime, rappresenti un unicum europeo che impone regole e soglie per maturare la pensione che non si ritrovano in alcuna professione sanitaria. L'Enpaf, si sottolinea, non è nemmeno passato al sistema contributivo e penalizza così pesantemente i giovani farmacisti e le fasce più deboli col suo regolamento di previdenza. Questo perché l'ente non ha voluto adattarsi negli anni, all'evoluzione del mondo del lavoro.

Queste le principali criticità denunciate: farmacisti dipendenti che non sono più disposti a pagare per due previdenze con un'unica retribuzione; farmacisti disoccupati che dopo 5 anni di disoccupazione sono costretti a pagare 2.300 euro l'anno, se vogliono rimanere iscritti all'Albo per essere disponibili al mondo del lavoro; farmacisti con Partita IVA che, indipendentemente dal reddito, pagano all'Enpaf la quota intera ( 4.559 €/anno ): farmacisti "silenti" che negli anni hanno pagato contributi all'ente ma che, per motivi diversi, non avranno alcun ritorno economico ai fini pensionistici; farmacisti neolaureati e stagisti che, pur in possesso della condizione di lavoratore dipendente, non riescono ad ottenere la riduzione che gli spetta e sono costretti a pagare la quota intera ( 4.559 €/anno ) o al 50 % ( 2.300 €/anno ) attraverso cartelle esattoriali insostenibili.

Il risultato di queste criticità è un continuo allontanamento dei farmacisti al di sotto dell'età pensionabile dall'Albo e quindi dalla professione per cui hanno studiato.
Di tutto questo si è fatta portavoce l'onorevole Chiara Gribaudo, vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera, a margine della conferenza stampa seguita alla manifestazione del Comitato " No Enpaf ", sostenendo che sia ora di cambiare questo sistema vessatorio che distrugge il reddito dei farmacisti dipendenti e impoverisce ulteriormente i disoccupati. La parlamentare ha annunciato che sarà elaborata una proposta di legge che metterà fine, speriamo finalmente, a queste ingiustizie senza precedenti.


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