Lavoro e professione

Medici e libera professione, vademecum sulla dichiarazione dei redditi

di Claudio Testuzza

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24 Esclusivo per Sanità24

Tutti i medici e odontoiatri in attività, che nel 2020 hanno prodotto redditi da libera professione, devono compilare e inviare il modello di dichiarazione del reddito ottenuto mediante l’invio del così detto modello D entro il 31 luglio.
Quest’anno per i liberi professionisti l’aliquota contributiva si assesta, dopo alcuni parziali aumenti avvenuti negli anni passati, al livello definitivo del 19,5 per cento, sul reddito professionale netto, fino a 103.055,00 euro. Sugli importi residui, che vanno oltre tale cifra è applicato l’1 %. Vi sono delle categorie che hanno diritto di pagare con aliquote contributive agevolate, anziché il 19,5%, e precisamente:
- il 2% per i medici dipendenti che svolgono attività intramuraria e per quelli che frequentano il corso di formazione in medicina generale;
- il 9,75% (la metà dell’aliquota ordinaria) per tutti gli altri medici che non siano soltanto liberi professionisti (convenzionati, dipendenti con attività extramuraria, iscritti a scuole di specializzazione e pensionati).
Per beneficiare dell’agevolazione, occorre farne richiesta, sempre all’area riservata, prima della compilazione del Modello D (Contribuzione Ridotta).
Ricordiamo che la Quota B non si paga per la parte di reddito già coperta dalla Quota A.
Da quest’anno, il modello D si può compilare solamente online e grazie a una procedura semplificata si può subito visualizzare qual è l’aliquota contributiva da applicare al reddito dichiarato e, nel caso di errori, chiedere una rettifica dei dati.
Grazie al nuovo modello D, la banca dati Enpam acquisirà in tempo reale la dichiarazione fatta, rendendo più rapida e puntuale anche l’assistenza agli iscritti che hanno dubbi sulla compilazione.
I redditi da dichiarare sono quelli derivanti dallo svolgimento delle attività attribuite in base alla competenza medica e odontoiatrica, a prescindere da come sia qualificato fiscalmente.
Tra le attività rientrano dunque non solo la cura dei pazienti, ma anche – per esempio – la ricerca, la partecipazione a congressi scientifici, o le consulenze di ambito professionale.
Per la compilazione è necessario essere iscritti all’area riservata.
Per chi non lo fosse ancora, il consiglio è di registrarsi al più presto al sito Enpam, per evitare di ritrovarsi a ridosso delle scadenze. L’iscrizione all’area riservata è necessaria anche per attivare il servizio di domiciliazione bancaria dei contributi e personalizzare i pagamenti, scegliendo tra il versamento in un’unica soluzione oppure a rate.
L’addebito diretto vale sia per la Quota A sia per la Quota B. Se non si esprime alcuna preferenza, il sistema sceglierà in automatico il numero di rate più alto e il pagamento verrà addebitato il giorno della scadenza della rata. La scadenza per attivare la domiciliazione – che riguarda solo chi non l’ha già attivata in precedenza – e poterne beneficiare già quest’anno è il 15 settembre.
Qualche sorpresa potrebbe arrivare quando saranno più chiari i contorni dell’esonero contributivo, previsto dalla Legge di Bilancio di quest’anno, il cui decreto attuativo è ancora in attesa di pubblicazione. Gli aventi diritto (soggetti con meno di 50.000 euro di reddito nel 2019 e un calo del 33 per cento nel 2020), infatti, entro un tetto massimo di 3.000 euro annui dovrebbero vedersi sgravati dallo Stato i contributi del 2021, non solo quelli della Quota A del Fondo Generale, ma forse in tutto o in parte anche quelli riferiti alla Quota B. Le posizioni di coloro che hanno presentato richiesta di esonero o comunque lo faranno entro il 31 ottobre prossimo, saranno valutate dalla Fondazione e le richieste di pagamento saranno conseguentemente personalizzate o annullate. Nel frattempo, questi iscritti sono comunque tenuti a presentare, a pena di sanzioni, il Modello D nei termini previsti.


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