Lavoro e professione

Legge di Bilancio: anche i ricercatori di Irccs e Istituti zooprofilattici chiedono la stabilizzazione

di Associazione Ricercatori in Sanità

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24 Esclusivo per Sanità24

L’estero ci invidia enti come gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) in cui coesistono la ricerca sanitaria e l’assistenza. È stata un’idea geniale pensare che la ricerca migliore fosse fatta a fianco del letto del paziente. Questa idea geniale ha, però, subito incontrato criticità gestionali: la Regione che gestisce l’ambito dell’assistenza e predispone le assunzioni a tempo indeterminato e il ministero della Salute che finanzia la ricerca annualmente in base alla produzione scientifica dell’anno precedente. Salta subito all'occhio che le assunzioni a tempo indeterminato per il personale di ricerca non le abbia in carico nessuno.
Pertanto, il personale di ricerca degli IRCCS pubblici non ha potuto fare a meno di sottostare a decenni di precariato pur di portare avanti progetti che riteneva fondamentali per la salute della collettività. Si tratta di circa 1.600 persone, molte delle quali con oltre 10, 20, 30 anni di produttività scientifica e precariato alle spalle.
La stessa paradossale realtà si è purtroppo creata negli Istituti Zooprofilattici Sperimentali (IZS) del territorio nazionale. Istituti che si distinguono per studi epidemiologici, diagnostici e di ricerca sperimentale nell’ambito del controllo e della sicurezza alimentare, settore che in Italia riveste un ruolo predominante.
La legge di bilancio del 2017 ha posto le basi per un contratto a tempo determinato di 5+5 anni che, se da una parte ha fornito finalmente diritti da dipendente, dall'altra non fa altro che perpetuare il precariato di tale personale.
Quest’anno, quando i ricercatori sanitari hanno sentito che la prossima Legge di Bilancio (secondo l'articolo 92 del ddl) stabilizzerà 50mila sanitari assunti negli ospedali a tempo determinato, erano certi di essere finalmente contemplati negli aventi diritto avendo un contratto a tempo determinato del SSN. Invece, anche questa volta le loro professionalità non sono state prese in considerazione, pur avendo, molti di loro, lavorato per studiare il virus SARS-CoV-2 ed aver lavorato in aiuto degli operatori sanitari nei laboratori di analisi.
I ricercatori sanitari e i collaboratori di ricerca chiedono, quindi, di essere inseriti tra i destinatari della stabilizzazione prevista dall'art.92 della Legge di Bilancio, come spiegano nella loro petizione (https://chng.it/twtqZpLYTX ) che in una settimana ha raggiunto oltre 5mila firme. Vorrebbero che una volta tanto si parlasse di loro per atti concreti e non solo, come accade spesso, per grandi elogi che restano però solo sui giornali.


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