Lavoro e professione

Recovery Plan, con la catena al piede non si va veloce

di Tiziana Cignarelli *

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Da marzo 2021, con documenti pubblicati a tutti i livelli, la Codirp ha segnalato più volte che la normativa sul Pnrr non permette una veloce ed efficace realizzazione dei progetti, in quanto la catena di comando è troppo estesa, rigida e piramidale per poter essere in grado di rispettare i tempi stretti richiesti dall’Europa. Concetto da noi ribadito anche nell’ultima audizione del 20 maggio davanti alle Commissioni riunite sulla proposta di Legge 2598 (misure urgenti per l’attuazione del Pnrr).
Sono auspicabili interventi correttivi da parte di Governo e Parlamento per attuare un cambiamento essenziale della catena decisionale gerarchizzata. Questo consentirebbe di realizzare i progetti, cogliendo l’occasione storica per una riduzione strutturale della burocrazia.I professionisti coinvolti nella realizzazione dei progetti legati al Pnrr devono essere inquadrati adeguatamente, in modo da poter esercitare in autonomia organizzativa e tecnica le proprie competenze e concorrere realmente alle decisioni.
La Confederazione ha più volte evidenziato che si stava proseguendo con una tecnica sia normativa che amministrativa che avrebbe consentito al limite una tempestività nell’emanazione dei progetti ma che avrebbe trovato grossi ostacoli nell’attuarli. Infatti il Governo è stato poi costretto a correre ai ripari con questa prima proposta di legge, che più che “rafforzamento” in realtà costituisce già un correttivo dei provvedimenti assunti.
Auspichiamo che in questa fase il Parlamento riesca ad avere più voce per fare interventi più massivi e più decisi sulla catena decisionale, ritenuti fondamentali per accelerare sui progetti. Bene, dunque, l’accelerazione dei concorsi finalizzati al Pnrr ma occorre fare attenzione a non creare distorsioni rispetto ai quelli ordinari in essere, per evitare cortocircuiti con chi ha partecipato a concorsi ordinario che però entri in servizio dopo di coloro che hanno partecipato a bandi successivi ma più snelli.
Secondo Codirp le esperienze positive in fatto di digitalizzazione, con i Pola, col lavoro agile e così via sono da capitalizzare, premiando quelle pubbliche amministrazioni che meglio hanno saputo applicarle. Ed è proprio il lavoro agile che può, anzi deve, diventare un volano per le riorganizzazioni di ordinamenti, procedure e attività delle Pa, oltre che modalità lavorativa alternativa ed equipollente a quella in presenza, anche perché rende possibile risolvere squilibri di personale tra territori diversi e distanti e contribuire ad un miglior bilanciamento tra vita e lavoro.
È opportuno forse richiamare quanto detto dal Presidente Treu circa il regolamento UE 2021/241 che nei consideranda e all’art. 4 fa più volte riferimento alla necessità che i sei pilastri del Next Generation Eu siano utilizzati per creare posti di lavoro di qualità. Ma non possiamo certo considerare lavoro di qualità quello prospettato ai giovani negli ultimi concorsi, perlopiù andati deserti: stipendi modesti, contratti a tempo determinato, come possono richiamare alla Pa le competenze adeguate ad affrontare un cambiamento epocale?
Per quanto riguarda invece concorsi per incarichi di collaborazione a soggetti esterni e a pensionati, la Codrp esprime la propria contrarietà a commistioni di ruoli, in un momento in cui opportunamente si rafforzano codici etici ed altri obblighi per i dipendenti, a maggior ragione questi devono valere ed essere rafforzati per quanto riguarda collaboratori esterni operanti per la pubblica amministrazione.

* Segretario Generale Confederazione Dirigenti pubblici Codirp


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