Lavoro e professione

Laureati delle professioni sanitarie: occupazione in aumento del 2,6% fra l’anno 2020 e il 2019. E sempre primi in classifica

di Angelo Mastrillo *

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24 Esclusivo per Sanità24

Continua a crescere l’occupazione per l’area delle professioni sanitarie. Lo evidenzia il XXIV rapporto annuale del Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea di Bologna, che è stato presentato il 16 giugno scorso all’Università di Bologna alla presenza del Rettore Giovanni Molari, dal Presidente del Consorzio AlmaLaurea, Ivano Dionigi, e dal Direttore Marina Timoteo.
Consultando i dati sul sito www.almalaurea.it si rileva che per i 164.024 laureati di primo livello dell’anno 2020 per tutte le 15 aree disciplinari (tabella 1) si registra un aumento medio della quota di occupati di 2,6 punti percentuali dal 33,1% dei laureati di primo livello del 2019 agli attuali 35,7% del 2020.
In particolare per i 16.069 laureati di primo livello delle 22 professioni sanitarie dell’anno 2020 si rileva che, rispetto agli 11.444 laureati che hanno risposto all’indagine (71,2%) si registra un aumento della quota di occupati (sono 9.253), pari a +2,6 punti percentuali, essendo salito all’ 80,9% rispetto al 78,3% dello scorso anno (laureati 2019 a un anno dalla laurea), quando si era invece registrato un incremento minore, di 2,1 punti percentuali sul 76,2% dell’anno precedente (laureati 2018 a un anno dalla laurea).
Va evidenziato che l’aumento della quota di occupati di +2,6 punti percentuali tra i laureati di primo livello 2020 a un anno dalla laurea rispetto ai laureati 2019 riguarda il totale di 164.024 laureati, di cui hanno risposto 115.076 (70,2%), con 41.130 occupati, numero quasi uguale ai 41.168 dell’indagine dello scorso anno, quando i laureati erano 165.105 e gli intervistati 124.468 (75,4%).
Per effetto di questi risultati, si conferma ancora una volta per le professioni sanitarie il primo posto assoluto fra i vari gruppi disciplinari.
Resta in ogni caso la diminuzione rispetto a 14 anni fa, di -6,1 punti percentuali, dall’ 87,0% del 2007 all’ 80,9% del 2020, mentre era al 78,3% nel 2019 (tabella 2).
I valori di aumento occupazionale sono tuttavia diversi fra le quattro aree: +2,6 punti percentuali per l’area Infermieristica che sale dal 81,8% al 84,4%; lieve aumento per le professioni della Riabilitazione, +0,5 punti percentuali, dal 78,4% del 2019 al 78,9% del 2020.
Mentre è più alta l’occupazione, di +3,2 punti percentuali, per l’area tecnica dal 68,4% al 71,6% e soprattutto per l’area della Prevenzione, di ben +8,8 punti percentuali, dal 57,5% del 2019 al 66,3%. In questo caso è evidente con l’incidenza del periodo di pandemia che ha richiesto un deciso aumento del personale dell’area della Prevenzione.
Da notare nella tabella 1 la differenza dei valori del tasso occupazione del 75,9% del gruppo Medico-sanitario e del 80,9% delle professioni sanitarie, perché quest’ultimo riguarda solo il totale delle 22 professioni sanitarie, senza i dati dell’area del Servizio sociale che è stata inglobata nel gruppo "Medico sanitario e sociale"; l’area del servizio sociale analizzata singolarmente ha una minore quota di occupati, pari al 39,8% a un anno dalla laurea.
Differenza fra le 22 professioni sanitarie
Analizzando in dettaglio le 22 professioni sanitarie sugli ultimi dati dei laureati dell’anno 2020 (tabella 3), si rilevano per l’alto tasso occupazionale ai primi tre posti e sopra la media del 80,9%: Infermiere con 84,8%, che torna a riprendere il primo posto assoluto (nel 2007 era al terzo posto con il 92,9%) di occupati a un anno dalla laurea, quindi il Terapista della Neuro e psicomotricità dell’età evolutiva con 83,3% e il Tecnico di Radiologia con 83,1%.
Mentre, al contrario, agli ultimi quattro posti, fra il 55% e il 42%, si trovano: Dietista con 54,4% (era 65,2%); Tecnico di Fisiopatologia cardiocircolatoria con il 51,6% (era 58,1%); Tecnico di Neurofisiopatologia con 48,5% (era 64,2%) e, a chiudere, il Tecnico Audiometrista con 41,7% (era 77,0%) come registrato negli ultimi anni.
Rispetto al maggiore aumento fra tutte le 22 Professioni si registra il Tecnico di Fisiopatologia cardiocircolatoria con +21,5 punti percentuali (dal 30,1% del 2019 al 51,6% del 2020) seguito da Ostetrica con +19 punti percentuali dal 57,9% del 2019 al 76,9% del 2020.
In conclusione, negli ultimi due anni 2019 e 2020 la novità della pandemia Covid19 ha inciso direttamente sulle fluttuazioni occupazionali delle professioni sanitarie determinando significativi cambiamenti, dai +2,1 punti percentuali del 2019 si è passati ai +2,6 punti percentuali del 2020, con probabile e maggiore incremento sui laureati dell’anno 2021, per alcune professioni anche con valori del 100%.

Ringrazio per la disponibilità dei dati il Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea di Bologna e per la preziosa collaborazione Silvia Ghiselli e Daniela Perozzi dell’Ufficio Indagini e Statistiche del Consorzio stesso.

* Docente in Organizzazione delle professioni sanitarie, Università di Bologna
Segretario della Conferenza nazionale dei Corsi di laurea delle Professioni sanitarie


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