Lavoro e professione

Ipoacusia: l'assistenza resta un miraggio senza il decreto di aggiornamento dei nuovi Lea

di Gianni Gruppioni* e Roberto Messina**

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24 Esclusivo per Sanità24

L’ipoacusia colpisce circa il 12% della popolazione italiana ed è distribuita, in larga maggioranza, tra gli anziani che, loro malgrado, possiedono uno scarso livello di autonomia. Il DPCM sui Nuovi LEA offre alle istituzioni l’occasione di migliorare le loro condizioni di salute e la loro qualità di vita. Tuttavia, l’attesa per l’aggiornamento del Nomenclatore Tariffario sembra essere ancora lontana, così come la garanzia all’assistenza cui i deboli d’udito avrebbero diritto.
Il DPCM sui nuovi LEA, pubblicato il 12 gennaio 2017, ormai più di cinque anni fa, è da tempo in attesa di un decreto di aggiornamento e di un altro che ne definisca le tariffe. Un processo tortuoso la cui conclusione permetterebbe finalmente l’accesso per oltre 7 milioni di soggetti ipoacusici in Italia ad un percorso assistenziale appropriato, oltre che a dispositivi tecnologicamente aggiornati a sostituire quelli ormai superati risalenti al D.M. 332 del 1999.
Proprio la Commissione per l’Aggiornamento dei LEA, e grazie alla Promozione dell’Appropriatezza del Servizio Sanitario Nazionale istituita presso il Ministero della Salute, è stato finalmente risolto il tema delle gare d’appalto, ripristinando per i dispositivi acustici (e per le prestazioni sanitarie ad essi inscindibilmente connesse) un regime di tariffe amministrate a livello nazionale. Ciò assicurerà un percorso erogativo appropriato per questi dispositivi altamente tecnologici contenuti nel DPCM sui nuovi LEA, garantendo al paziente la libertà di scegliere il proprio professionista sanitario di fiducia (il Tecnico Audioprotesista) e a quest’ultimo di “adattare, allestire e personalizzare l’apparecchio acustico sulle esigenze del paziente”, come recentemente affermato anche dal Viceministro Sileri.
La rimediazione dell’ipoacusia ha lo scopo di guidare il paziente verso il recupero delle funzionalità del proprio udito e prevede uno specifico percorso riabilitativo che non si esaurisce con la consegna del dispositivo acustico ma deve inevitabilmente proseguire con un percorso altamente personalizzato.
Nel comparto biomedico, e in particolare in quello audioprotesico, la tecnologia si rinnova continuamente, introducendo sistemi sempre più aggiornati per migliorare le condizioni di ascolto – e di vita – dei pazienti. Da più di cinque anni, un parco di dispositivi datato impedisce agli assistiti di accedere alla corrente innovazione tecnologica e all’assistenza sanitaria cui avrebbero diritto.
Al contrario, un’assistenza appropriata, erogata da un professionista sanitario laureato e ordinato in grado di personalizzare il dispositivo sulle esigenze specifiche del paziente, e una tecnologia aggiornata e digitale sono i due pilastri che allineerebbero gli standard italiani di assistenza ai cittadini ipoacusici a quelli dei migliori Paesi europei.
L’adozione di queste misure è legata all’approvazione del Decreto di aggiornamento dei nuovi LEA che è ad oggi bloccata, impattando negativamente non solo sui pazienti ipoacusici ma anche su tanti altri pazienti che potrebbero trarne enormi benefici. Dare applicazione ai nuovi LEA significherebbe permettere ai cittadini riconosciuti invalidi per ipoacusia di accedere alla migliore tecnologia, riservando il ricorso all’out-of-pocket solo per varianti estetico-funzionali e ottenendo, finalmente, i nuovi dispositivi acustici digitali inseriti nel DPCM sui Nuovi LEA del 2017 in luogo di quelli, obsoleti, elencati nel D.M. 332/99.
I dispositivi acustici digitali ci sono, le tariffe anche ma i pazienti restano in attesa: finché il primo aggiornamento dei LEA da parte dalla Commissione per l’Aggiornamento dei LEA e la Promozione dell’Appropriatezza del Servizio Sanitario Nazionale non vedranno la luce, l’assistenza audioprotesica rimane ferma al 1999.

* Presidente ANAP - Associazione Nazionale Audioprotesisti Professionali
**Presidente Senioritalia


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