Lavoro e professione

Di Silverio (Anaao-Assomed): «Stato di agitazione permanente dal 10 settembre. Medici, cittadini e Ssn a rischio, nessuno sconto al nuovo Governo»

di Barbara Gobbi

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24 Esclusivo per Sanità24

Un lavoro «destrutturato, ridotto a lavoro a cottimo». Con il 76% dei medici che lavora in burnout e ha in media 50 giorni di ferie di cui non godrà mai. E un Servizio sanitario nazionale che «rischia di non arrivare a fine anno e che, se crolla, crolla per tutti». Il neo segretario nazionale dell'Anaao Assomed Pierino Di Silverio annuncia in una conferenza stampa dai toni a tratti drammatici non "un giorno di sciopero" ma «lo stato di mobilitazione permanente - a partire dal 10 settembre in Piemonte - che ci vedrà coinvolgere anche nelle piazze i cittadini e tutte le altre organizzazioni sindacali per una lotta di categoria fino al giorno dell'insediamento del nuovo Governo». A cui, avvisa, «non faremo sconti, né stenderemo tappeti rossi ma un tappeto di camici bianchi, perché continuando così l'emorragia naturale dei medici dagli ospedali si trasforma in emorragia patologica, per arginare la quale occorre agire e subito sulle condizioni di lavoro. E se non avremo risposte arriveremo allo sciopero, io sono molto preoccupato di non arrivare a fine anno con un Ssn integro».
L'obiettivo è «recuperare la dignità del lavoro», dopo lo stop a un percorso che «è stato interrotto e che era stato avviato un anno fa con il ministro della Salute Speranza, ormai uscente», spiega ancora il segretario Anaao-Assomed. «Il Covid - prosegue - complice la gestione politica ha sottratto ai medici la dignità professionale, quel tempo che appartiene all'essere umano e quella vocazione che li accompagnava e che nel post laurea si è trasformato in un incubo. In ospedale le condizioni di lavoro non sono più normali e la nostra si sta trasformando in una missione quasi suicida. Cominciamo a contare i decessi e non è possibile morire di lavoro mentre si erogano cure», spiega Di Silverio riferendosi anche all'ultimo caso, del medico dell’Ospedale di Manduria morto dopo ore di servizio ininterrotto, qualche giorno fa.
«Pretendiamo che i candidati a guidare il Paese abbiano idee chiare, trasparenti e programmi definiti per salvare il Servizio sanitario nazionale pubblico che è in completa disgregazione, non è più il momento dei colloqui - afferma ancora Di Silverio -: sono terminati nel momento in cui siamo stati presi in giro e non abbiamo ricevuto risposte. È il momento dei fatti e dal momento che dalla politica non ci stanno pervenendo, siamo noi allora ad andare dalla politica e lo faremo con tutti gli elementi che abbiamo a disposizione. Attenzione, perché continuando così disgreghiamo il sistema di cure pubbliche a danno dei cittadini e non solo dei medici: se continuiamo così al cittadino non potranno essere erogate non per nostra volontà ma per mancanza di possibilità quelle cure di cui ha bisogno. E non possiamo continuare a essere capi espiatori di mancata organizzazione politica, aziendale, regionale: la mobilitazione sarà quotidiana, cominceremo dal 10 settembre e dal giorno di insediamento del Governo continuerà in modo sempre più forte e capillare. Confidiamo nella sensibilità residua non di chi governa o governerà il Paese ma dell'essere umano e nella capacità di comprendere che le cure sono di tutti. E senza medici non possono esistere cure, senza di noi la sanità pubblica è destinata a fallire e questo non possiamo permetterlo».


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