Lavoro e professione

Le società scientifiche e le reti cliniche per un nuovo Patto di alleanza con le istituzioni

di Antonino Giarratano *

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24 Esclusivo per Sanità24

La sanità italiana è in profonda mutazione: come possono contribuire le società scientifiche in un periodo come quello attuale, di grande rifondazione del Ssn? Ce lo chiediamo come Siaarti e se lo chiedono in questo tempo tutte le più importanti sigle scientifiche nazionali proprio in un periodo in cui tutti i soggetti della sanità italiana hanno l'obbligo di ripensarsi non tanto in termini di competenze (già indiscutibili), quanto di collaborazione con le istituzioni e di relazione trasversale tra loro.
Durante il 76° Congresso nazionale Siaarti, che abbiamo appena concluso, abbiamo raccolto un messaggio importante da parte di Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto superiore di Sanità. Il professore ci ha detto: «desidero ringraziarvi per il lavoro fatto insieme, sia nell'ambito delle Linee Guida che nella costruzione delle Reti. Il lavoro fatto insieme sulle Reti di terapia intensiva ha creato una ricchezza che non dobbiamo disperdere, perché ci permette di conoscere i fenomeni, monitorarli e gestirli a supporto delle decisioni sanitarie». È un messaggio che ci ha colpito, profondamente "istituzionale" e, dopo averci ovviamente soddisfatto, ci ha fatto riflettere.
Durante il periodo pandemico gli anestesisti-rianimatori hanno fatto prima di tutto rete tra di loro. Nella quasi completa assenza di numeri chiari di riferimento sui posti-letto in terapia intensiva, Siaarti ha sviluppato un meccanismo di survey che ha alimentato una piattaforma di monitoraggio e reportistica che da tutti i territori ha riportato alla sede centrale le reali disponibilità. Questi dati sono stati poi da Siaarti condivisi con l'Iss per dimensionare i pazienti positivi per il virus Sars-CoV-2, con sintomi polmonari o comunque riferibili ad infezione sistemica grave. Era (ed è) un meccanismo basato sulla capillarità dell'osservazione su tutto il territorio, dal profondo Sud al profondo Nord, che ha reso possibile per la nostra Società la collaborazione quotidiana con le istituzioni centrali contribuendo con dati reali e aggiornati alla conoscenza della situazione ed alle decisioni conseguenti.
È un esempio concreto di come oggi una società scientifica possa contribuire non solo con l'operato tecnico-professionale, ma anche mettendo a disposizione la propria rete, offrendo a fattor comune e a vantaggio di tutti i cittadini e del Ssn la disponibilità di una professione che non solo è in prima linea sull'anestesia, rianimazione, terapia intensiva e terapia del dolore, ma che si rende disponibile sempre, anche quando serve la fotografia della situazione concreta e tangibile, del dato organizzativo "real life". Anche con i "numeri" e con una analisi quali-quantitativa di questi numeri si possono salvare vite umane.
Oggi tutte le società scientifiche si trovano di fronte ad un bivio. La scelta è: proseguire da sole come è nel significato proprio della loro esistenza, magari rivendicando rendite di posizione o argomenti di labile supremazia, oppure credere nell'alleanza tra soggetti diversi dando priorità al rapporto con i Cittadini e le Istituzioni. L'esperienza che come Siaarti abbiamo fatto va nella seconda direzione: siamo anestesisti-rianimatori, e siamo a disposizione dei cittadini italiani per contribuire "con ogni sforzo" al miglioramento della sanità nazionale a difesa della salute pubblica. Un miglioramento che può avvenire solo facendo rete tra noi, e facendo rete con gli altri professionisti (come stiamo già proponendo, ad esempio nell'ambito dell'emergenza-urgenza e nell'ambito delle terapie del dolore ), rendendoci disponibili sempre con la sanità nazionale e con le sanità regionali come stiamo facendo nel processo di definizione dei nuovi standard delle terapie intensive e subintensive, e nella revisione auspicata del Dm 70.
Riteniamo che sia necessario, in tale percorso, entrare nel periodo fecondo dell'Alleanza multidisciplinare e interdisciplinare tra professioni sanitarie laddove ciò significa riconoscere a noi stessi e agli altri le specifiche competenze e precisi ambiti e sfere d’azione. Mettere in primo piano l'interesse dell'intera comunità significa offrire una disponibilità nuova a chi governa la sanità, significa fare un passo indietro rispetto a interessi corporativi per farne tre avanti nel riconoscimento di competenze e ruoli. Una disponibilità trasversale, che ogni realtà scientifica deve in primo luogo creare come cultura diffusa al proprio interno, e che si esprima poi in atti concreti.
Ai decisori e alla governance chiediamo solo una cosa, semplice e intelligente: cogliete la disponibilità che le società scientifiche possono esprimere e sfruttatela. È il modo migliore per avviare quella fase che tutti attendono, poggiandola già sulla presenza di chi conosce le sale operatorie, le aree critiche e intensive, le emergenze, ed è in grado, basandosi sulla buona pratica clinica, di fornire modelli organizzativi nei diversi setting clinico-assistenziali che potrebbero risolvere anche le problematiche di carenza del personale sanitario.

* Presidente Siaarti


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