Lavoro e professione

Vaccini/ Omceo Milano: indipendentemente dalle leggi, per i medici e gli operatori sanitari la vaccinazione è un dovere etico e deontologico

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La legge, nel periodo emergenziale imponeva ai sanitari di vaccinarsi contro il Covid per evitare di contagiare i pazienti. Oggi questo obbligo viene tolto dal nuovo Governo sulla base di alcuni parametri che si sono potuti verificare con l’esperienza e il tempo: il contagio non è impossibile anche da vaccinati, le molte varianti portano il virus a circolare comunque, la malattia è meno letale rispetto all’inizio. Detto questo, però, è chiaro che per un medico quello della vaccinazione (non solo contro il Covid) sia un obbligo di carattere etico prima che deontologico. Per una serie di motivi: il vaccinato si ammala molto di rado in maniera grave e è molto meno probabile che trasmetta il virus, il non vaccinato contagia di più, si ammala di più e con questo, oltre a rappresentare un pericolo, toglie forza lavoro alle strutture e al territorio, quindi ai pazienti, costringendo i colleghi a turni maggiori. Questo è un atteggiamento non professionale ed egoista, soprattutto in un periodo in cui di medici, infermieri e operatori sanitari in generale c’è davvero moltissimo bisogno. Per questo il 3 novembre nella sede dell’OmceMi, è stata organizzata una vaccinazione dimostrativa che coinvolge tutti i consiglieri dell’Ordine. Saranno somministrati l’anticovid (quarta dose), l’antinfluenzale, l’antipneumococcica e l’anti Herpes Zoster. Questo è stato possibile grazie alla collaborazione del Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria di Ats Città Metropolitana di Milano e della Asst Fbf-Sacco, con la presenza presso la sede ordinistica di personale medico e infermieristico.
«Come Ordine dei medici di Milano – spiega il presidente, Roberto Carlo Rossi – ribadiamo quindi che l’obbligo deontologico per il medico di vaccinarsi sia veramente importante. Per dimostrarlo oggi lo facciamo anche in un altro campo che abbiamo sempre propagandato e valorizzato in questi anni, prima e dopo il Covid, e cioè l’influenza. Inoltre a queste vaccinazioni si affiancano l’anti pneumococcica e – da quest’anno – l’anti herpes zoster. Si tratta di due problematiche importanti, e vaccinarsi impedisce, la prima, infezioni che possono portare anche alla morte, e l’altra, infezioni che possono comunque essere molto invalidanti».
«La pandemia Covid ha dimostrato che le vaccinazioni non sono una pratica di esclusivo appannaggio dell’età infantile, ma hanno un ruolo fondamentale anche nella salute della popolazione adulta – aggiunge Maria Grazia Manfredi, consigliere e componente della commissione medica dell’OmceoMi –. È quindi importante impegnarsi ora in una campagna informativa di promozione della vaccinazione dell’adulto (oltre all’anti Sars-Cov-2, antinfluenzale, antipneumococco, anti-zoster, vaccinazioni che mantengono la loro sicurezza ed efficacia anche in co-somministrazione), lasciandosi alle spalle il concetto di pandemia e passando ad un approccio sindemico delle patologie infettive dell’adulto: quindi non più protezione nei confronti di un’unica malattia, ma da tutte quelle infezioni che interagendo tra loro compromettono il benessere della popolazione adulta. Con questa iniziativa i medici continuano ad essere testimonial dell’efficacia e della sicurezza delle vaccinazioni, vaccinandosi indipendentemente da obblighi di legge, obbedendo a una norma superiore che è l’etica professionale: il medico che si vaccina mette in pratica il valore sociale delle vaccinazioni, proteggendo i più fragili, oltre a sé stesso».
«Al di la di quello che la legge impone – conclude Rossi – da medici, da professionisti sanitari iscritti ad un Ordine professionale, da componenti dello Stato, abbiamo prima rispettato un obbligo di legge, e ora – anche senza questo – rispetteremo un obbligo etico, morale e deontologico. Che per un medico è come una legge. Proseguiremo quindi anche a sensibilizzare la popolazione, a convincere i pazienti, della bontà delle vaccinazioni tutte. Come atto medico, e preventivo».


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