Lavoro e professione

Direttiva radiazioni ionizzanti, l'Italia corregge il tiro ma permane la grave carenza di organici e strutture

di Carlo Cavedon *

S
24 Esclusivo per Sanità24

Il 18 gennaio è entrato in vigore il Dlgs 203/2022, che integra e corregge il Dlgs 101/2020, norma che recepisce in Italia la direttiva 2013/59/Euratom recante norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti. Con questo provvedimento, il cui testo tiene conto delle osservazioni espresse dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome, l’Italia affina quanto già disposto e garantisce la piena conformità alla direttiva Euratom.
Le principali modifiche introdotte dal decreto correttivo riguardano gli ambiti del regime autorizzatorio, delle emergenze radiologiche e nucleari, delle sorgenti naturali di radiazioni nonché alcune precisazioni e correzioni di refusi. Per quanto riguarda le esposizioni mediche, l’unica novità rilevante riguarda una precisazione sui livelli diagnostici di riferimento da adottare, ovvero l’esplicitazione delle indicazioni contenute nei documenti Istisan 17/33 "Livelli diagnostici di riferimento nazionali per la radiologia diagnostica e interventistica" e Istisan 22/20 "Livelli diagnostici di riferimento per la pratica nazionale di radiologia diagnostica e interventistica e di medicina nucleare diagnostica".
Rimane dunque inalterato per quanto riguarda le esposizioni mediche l’impianto generale della norma che recepisce in Italia la direttiva Euratom sugli standard minimi di sicurezza nell’impiego delle radiazioni ionizzanti. Permangono tuttavia anche le difficoltà legate alla sua attuazione in modo omogeneo sul territorio nazionale, principalmente a causa dell’insufficiente numero di specialisti in fisica medica e della mancata attuazione da parte di alcune Regioni del Dm 70/2015 (che definisce gli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi dell'assistenza ospedaliera) per quanto riguarda le strutture di fisica sanitaria.
La presenza di specialisti in fisica medica sul territorio nazionale è molto disomogenea. La media nazionale del numero di fisici medici è di 16 per milione di abitanti. Per dare un quadro della situazione, si pensi che Calabria e Campania contano - all’ultima rilevazione del 2022 - una media di 8,1 e 6,9 fisici medici per milione di abitanti, rispettivamente, a fronte di medie di 22,2, 20,5, 16,9 e 12,2 in Toscana, Lombardia, Lazio e Puglia.
La situazione delle strutture complesse di Fisica sanitaria nel territorio è ancora più drammatica. Alcune Regioni hanno attuato il dettato del Dm 70/2015 – seppur sempre verso il minimo della "forbice" prevista – per quanto riguarda il numero di strutture presenti sul territorio. In altre, si riscontrano situazioni che richiedono un immediato intervento. La situazione più eclatante riguarda la Campania: il decreto prevede per il territorio regionale un numero di strutture tra 5 e 10, al pari delle strutture di Radioterapia e di Medicina Nucleare; nell’attuale assetto invece non è presente alcuna struttura complessa di Fisica sanitaria.
In questa situazione è inevitabile che i cittadini che accedono a procedure diagnostiche o terapeutiche che impiegano radiazioni ionizzanti trovino un livello di sicurezza e qualità delle prestazioni difforme da quanto garantito in altre zone del Paese.
L’anno scorso Aifm ha presentato questi dati nel corso di un’audizione presso il ministero della Salute finalizzata a raccogliere informazioni per la revisione del Dm 70/2015. Auspichiamo davvero che la situazione illustrata e le proposte di modifica possano avere una adeguata risposta nel nuovo Decreto e, soprattutto, che tutte le Regioni si adeguino agli standard previsti per garantire ai cittadini il corretto livello di qualità e sicurezza delle cure.

* Presidente Aifm - Associazione italiana di Fisica medica e sanitaria


© RIPRODUZIONE RISERVATA