Lavoro e professione

Anaao: aprire un tavolo con ministero e Regioni per evitare il collasso dell'emergenza-urgenza

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24 Esclusivo per Sanità24

Un tavolo di lavoro permanente presso il ministero della Salute e in ogni Regione sul sistema emergenza-urgenza per cercare soluzioni condivise che evitino il definitivo collasso del sistema. È quanto chiede la Commissione Emergenza-Urgenza dell'Anaao Assomed (Associazione dei medici dirigenti), ricordando che "da anni denuncia ogni tipo di anomalie e violazioni a danno della tutela della salute, dei diritti dei medici e dei dirigenti sanitari nel mondo dell'Emergenza-Urgenza e dei Pronto Soccorso, contro cui gli stessi medici reagiscono con un incremento crescente di abbandono della professione pubblica, se non della stessa arte medica".

Anaoo Assomed, in una nota, ribadisce la sua contrarietà al problema del "boarding", "quei malati nei Pronto Soccorso in attesa da giorni o settimane di un posto letto per essere ricoverati, persino morendo su una barella in totale solitudine, e le lunghe attese delle ambulanze impossibilitate ad accedere ai dipartimenti di emergenza a causa del sovraffollamento"; alla carenza dei posti letto, "tagliati con l'accetta da anni anche a favore dei privati"; al Pronto Soccorso come zona di confine senza regole, una terra di nessuno in cui si consumano le carenze dell'assistenza sul territorio.

L'associazione, inoltre, spiega di opporsi "al sistema territoriale di emergenza sanitaria depauperato di ambulanze, personale medico e infermieristico"; alla resistenza verso riforme eque sul sistema delle assunzioni, omettendo controlli su responsabilità penali, incluse infiltrazioni mafiose; al confinamento dei medici dell'emergenza-urgenza a burattini di un sistema carente, emarginati in carriere misere senza spiragli di crescita professionale e culturale all'interno delle proprie aziende; al rinvio e all'inadeguatezza di risorse economiche insufficienti per tutti i medici; "alle violenze, aggressioni fisiche e verbali, incluso il mondo sommerso delle proteste agli URP, un vile sottobosco che rivela soltanto la fragilità di un sistema che vuole spostare sul personale i propri misfatti".


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