Medicina e ricerca

Tumori della pelle: la prevenzione è la prima cura

di Ketty Peris (direttrice Clinica dermatologica Università Cattolica del Sacro Cuore Policlinico A. Gemelli di Roma)

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I tumori della pelle sono in costante aumento e rappresentano una seria minaccia per la salute di milioni di persone in tutto il mondo. Tra i tumori della pelle, il melanoma è quello potenzialmente più aggressivo mentre i tumori cutanei non-melanoma sono meno pericolosi ma complessivamente sono circa dieci volte più frequenti. Questi tumori comprendono vari tipi di neoplasie tra cui il carcinoma basocellulare, lo squamocellulare e la cheratosi attinica. Il carcinoma basocellulare è un tumore cutaneo a lenta crescita che, nella maggior parte dei casi, insorge su aree cutanee cronicamente esposte al sole come il volto. Il più delle volte si manifesta come una lesione rilevata a superficie lucente, che con il tempo si ulcera e forma crosticine al centro. Tutti i tipi di carcinoma basocellulare nel tempo aumentano di dimensione e, se non vengono trattati, invadono le strutture sottostanti e circostanti. Il carcinoma squamocellulare origina spesso da una cheratosi attinica non trattata e si presenta come un nodulo duro, aderente, che si ulcera, e che, seppur non frequentemente, può metastatizzare ai linfonodi e ad altri organi e può risultare fatale, soprattutto se origina in alcune sedi a maggior rischio quali mucose, labbro, genitali. La cheratosi attinica è, invece, una lesione tumorale in fase iniziale, frequente negli adulti, che si sviluppa in seguito ad un'esposizione prolungata ai raggi ultravioletti. Il paziente affetto da cheratosi attinica presenta spesso lesioni multiple, ciascuna delle quali può essere potenzialmente pericolosa perché in grado di evolvere in forma maligna. Oltre all'eventuale predisposizione genetica, il principale fattore di rischio per il suo sviluppo è costituito dalle esposizioni solari cumulative: questo può avvenire per motivi di lavoro (contadini, muratori, pescatori) o per motivi legati al tempo libero (velisti, golfisti, ciclisti, etc.), in particolar modo in persone con pelle e occhi chiari, capelli biondi o rossi e in maggioranza di sesso maschile. L'età è un altro fattore di rischio: dai 40 anni in poi si registra un progressivo aumento dei casi. La cheratosi attinica si manifesta sotto forma di piccole macule rosse ricoperte da squame dure e ruvide al tatto, le cui dimensioni variano da pochi millimetri ad alcuni centimetri di diametro. Le macule possono essere singole o multiple e si localizzano nelle aree della pelle esposta al sole: il volto, cuoio capelluto nei soggetti calvi, il tronco, le mani e gli avambracci. Nel nostro Paese, secondo lo “Studio italiano sulla prevalenza della cheratosi attinica” (Prevalence of Actinic Keratoses Italian Study) si stima che almeno 400.000 persone, l'1,4% della popolazione sopra i 45 anni, presentino lesioni da cheratosi attinica; il 3% è invece costituito da over 74. La maggioranza degli esperti, tuttavia, ritiene che questo sia un dato sottostimato.

I pazienti affetti da cheratosi attinica possono fare affidamento su numerosi trattamenti: da quelli fisici, che distruggono direttamente la lesione, come il laser, la crioterapia, l'escissione chirurgica e la diatermocoagulazione, a quelli diretti al cosiddetto ‘campo di cancerizzazione', che prevedono una vera e propria bonifica delle lesioni superficiali visibili e di quelle subcliniche circostanti. I trattamenti disponibili sono di vario tipo: la terapia fotodinamica o PTD con un agente fotosensibilizzante, il 5-metilaminolevulinato, seguito da irradiazione con luce rossa.

La principale novità terapeutica è però costituita dall'ingenolo mebutato, un gel che il paziente applica sull'area interessata per tre giorni consecutivi (viso) o per due giorni (corpo) in relazione alla localizzazione delle lesioni. Questo trattamento topico garantisce un'elevata efficacia anche per la prevedibile aderenza da parte del paziente ad una terapia di così breve durata. Tutto in una formulazione rimborsata da parte del Sistema sanitario nazionale. Tuttavia, la vera arma vincente è rappresentata dalla prevenzione ed in particolare dai programmi di screening che oggi, purtroppo, nel nostro Paese sono ancora sottodimensionati rispetto alle reali esigenze: le attività di prevenzione, insieme alla ricerca, sono la via principale per sconfiggere il cancro favorendo, al tempo stesso, la sostenibilità del Sistema Sanitario. Prevenire i tumori della pelle consentirebbe, infatti, allo Stato di risparmiare non solo in termini di vite salvate ma anche di risorse economiche risparmiate, soprattutto se si considera che i tumori cutanei sono in considerevole aumento (specialmente quelli non melanocitari) a seguito, anche, dell'allungamento della vita media della popolazione.


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