Medicina e ricerca

Vaccinazioni, il web 2.0 «rema contro»

di Licia Caprara

È esplosa ora la “questione vaccinazioni”, ma segnali di un cambio di tendenza e di mentalità ce n’erano stati, eccome, da tempo. Solo che non stati colti. Adesso che i numeri disegnano una situazione allarmante e, per esempio, consegnano l'Italia al poco onorevole primato per la più alta incidenza di morbillo in Europa nel 2014, con un totale di 1.676 casi (28,1 per milione di abitanti), si cercano rimedi per superare un problema che ha assunto una connotazione culturale. E che sia così lo conferma uno studio, unico nel suo genere, che ha analizzato cosa pensano delle vaccinazioni gli utenti dei forum online italiani.

Il lavoro è stato condotto da condotto da un team di ricercatori di due università, Marta Fadda e Peter J. Schulz dell'Institute of Communication and Health, dell'Università della Svizzera Italiana di Lugano, e Ahmed Allam, del Department of Pathology, Yale University school of Medicine, interessati ad analizzare i dibattiti online sulle vaccinazioni pediatriche attraverso il metodo dell'analisi del contenuto. L'obiettivo era indagare i motivi che guidano i genitori nelle proprie scelte e quali informazioni vengono condivise online, cercando di mettere a fuoco gli argomenti prodotti e le fonti a cui si fa riferimento. «Siamo giunti alla conclusione che il crescente utilizzo di applicazioni web 2.0 per notizie sulla salute e la diffusa presenza di utenti anti vaccinazione in tale ambiente - mette subito in chiaro Marta Fadda - debbano essere per le autorità di sanità pubblica e il mondo della ricerca elementi su cui riflettere. Si rendono necessarie, a nostro avviso, strategie per contenere la diffusione virale di informazioni scorrette sulle vaccinazioni, e limitare eventuale tentativi di influenza negativa da parte di quanti sono contrari». Sono stati identificati tre forum, dai quali sono state individuate ed estratte le discussione contenenti la parola chiave “vaccin*” nel titolo. Il campione finale includeva 340 thread comprendenti 6.544 messaggi generati da 1.729 utenti, di cui il 97,7% donne. Quattro le classi di argomenti: sicurezza della pratica vaccinale, efficacia, gravità della malattia e suscettibilità a contrarla, rischi contro benefici. In base agli argomenti postati, sono emersi tre gruppi: quello “pro vaccinazione in generale”, 222 utenti, che riassume tutte le quattro classi di cui sopra; quello “pro vaccinazione focalizzato sulla sicurezza”, 158 utenti, che sottolinea proprio quest'elemento, minando gli effetti collaterali negativi; infine il gruppo “anti vaccinazione”, 280 utenti, centrati sugli aspetti negativi dei vaccini da più punti di vista. Il gruppo anti vaccinazione ha generato il 55,1% degli argomenti pubblicati, mentre gli altri due si sono attestati rispettivamente al 30% e al 14,9%. Un dato che parla chiaro, e racconta quanto sia più attivo e presente nei forum lo schieramento dei contrari.

Un'altra fotografia è stata scattata rispetto alle fonti utilizzate, così identificate: esperienza diretta, parenti e amici, conoscenti, medici, attivisti anti-vaccinazioni, professionista di medicina alternativa, libri, insegnanti, media, sentito dire, social network. In questo caso il gruppo più numeroso è quello che si basa sull'esperienza propria o di persone vicine, con 213 utenti, seguito da quello “multifonte” con 129 utenti. Fanno riferimento ai medici altri 75, mentre in 34 citano come fonti i media tradizionali e internet. Incrociando i dati emersi dal campione analizzato in base alle motivazioni della scelta con quelli sulle fonti, vien fuori che i fan dei media esprimono in prevalenza posizioni contrarie alla vaccinazione, in linea con gli studi che mettono in evidenza come gli utenti di Internet che cercano informazioni in merito, hanno più possibilità di trovare risultati critici piuttosto che favorevoli. Stesse posizioni hanno gli utenti che utilizzano fonti diversificate, tra le quali hanno sicuramente l'impatto più forte quelle che forniscono elementi di giudizio negativo. Al contrario, il gruppo esperienziale è popolato per i due terzi da utenti favorevoli alla vaccinazione, mentre quello che fa riferimento ai medici ha una composizione media, nel senso che in questo caso sono gli stessi professionisti a esprimere e, di conseguenza, produrre orientamenti avversi. «E' chiaro che gli utenti del web che cercano informazioni sulla vaccinazione lo fanno per avere riscontri esperienziali – concludono i ricercatori - . E' opportuno, allora, che le future attività di comunicazione della salute contengano prove tangibili sulla sicurezza ed efficacia dei vaccini, oltre che sui rischi legati alla malattia».


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