Medicina e ricerca

La lunga marcia di Ismett tra partenariato pubblico-privato e innovazione

di Bruno Gridelli (Executive Vice President UPMC International)

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24 Esclusivo per Sanità24

Negli anni ’90, il trapianto di fegato era già riconosciuto come la cura di malattie del fegato gravi e irreversibili. Nelle regioni del centro e nord dell’Italia erano già attivi numerosi centri di trapianto, ma non in Sicilia: una regione di oltre cinque milioni di abitanti con un’alta incidenza di cirrosi. I pazienti siciliani che avevano bisogno di un trapianto di fegato, per essere curati, dovevano lasciare la loro regione, con enormi costi economici e disagi sociali.
Nel 1997 fu sottoscritto un accordo tra Governo regionale, ministero della Sanità e l'University of Pittsburgh Medical Center (Upmc) per creare un centro trapianti multiorgano e cure di alta specializzazione a Palermo.

Upmc aveva una reputazione internazionale: a Pittsburgh, infatti, il Dr. Thomas Starzl aveva trasformato il trapianto di fegato da procedura sperimentale a terapia consolidata. Per trasferire in Sicilia il know-how di Upmc fu quindi scelta la formula del partenariato pubblico-privato e fu creato l’Istituto Mediterraneo Trapianti e Terapie di Alta Specializzazione (Ismett): un ospedale avanzatissimo, progettato e costruito in poco più di quattro anni da Upmc con fondi nazionali, che la Regione Siciliana stava perdendo per mancanza di progetti, la cui operatività è finanziata dal sistema sanitario pubblico. La responsabilità della gestione professionale (attività clinica) e amministrativa è interamente attribuita a Upmc.
In poco più di quindici anni, a Ismett sono stati eseguiti quasi 1700 trapianti di organo e attivati programmi di chirurgia cardiotoracica e oncologica avanzati. Decine di migliaia di pazienti affetti da gravissime patologie sono stati curati dall’Istituto con eccellenti risultati come evidenziato dal Centro nazionale trapianti e dall'Agenas. L'intensa attività di ricerca ha poi portato, nel 2014, al riconoscimento di Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico.
Sulla scorta dei successi di Ismett, nel 2006, la Presidenza del Consiglio dei ministri ha creato la fondazione RIMED con l'obiettivo di costruire in Sicilia un grande Centro di Ricerche Biomediche e Biotecnologiche. Anche in questo caso si tratta di un partenariato pubblico-privato tra il Governo Nazionale, il Governo Regionale Siciliano, UPMC e la University of Pittsburgh. Il centro darà lavoro a circa 600 tra ricercatori, tecnici e amministrativi e creerà e attrarrà imprese biotecnologiche. Una straordinaria occasione di sviluppo economico e sociale.
La Sicilia, che ha saputo investire in una sperimentazione gestionale innovativa, si trova così oggi ad essere un polo che fornisce cure avanzate ai propri cittadini e attira pazienti da altre regioni e dall'estero, un polo che trattiene e richiama talenti nel campo della cura della salute e della ricerca sanitaria e biomedica.

Un modello che ha sempre attirato attenzione e anche critiche per i suoi costi ritenuti eccessivi. Sia l'Assessorato alla Salute della Regione Siciliana, che il Governo Centrale che la Commissione Sanità della Regione Siciliana hanno voluto e vogliono vederci chiaro. ISMETT gestisce ingenti fondi pubblici e, come tale, deve non solo usarli correttamente ed efficacemente, ma deve essere anche in grado di spiegare chiaramente i propri livelli di efficienza.
Con questo scopo, l'Istituto ha continuamente analizzato i propri costi di gestione e messo in atto processi mirati all'uso, più efficiente possibile, delle risorse. Il know-how di UMPC, si è anche a questo proposito, dimostrato fondamentale. L'avanzata cartella clinica elettronica, integrata con le applicazioni di gestione amministrativa consente di connettere cura del paziente ad analisi dei costi e rappresenta un supporto decisionale che genera efficienza.
Ma come è valutata l'efficienza? Studi della Banca d'Italia, dell'Alta Scuola Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell'Università Cattolica e, più recentemente, dello stesso Ministero della Salute, indicano che i costi di gestione degli ospedali vanno rapportati alla complessità delle patologie e delle cure fornite.

Ismett usando indicatori quali il numero di dimessi per medico e infermiere, il costo per beni e servizi, il costo della produzione interna, pesati per l’indice di case mix, che per Ismett è il più alto sul territorio nazionale (circa 2,5 volte superiore), risulta avere gradi di efficienza molto superiore alle medie delle regioni più virtuose. E questo nonostante un'economia di scala molto sfavorevole, avendo Ismett solo settantotto posti letto. Nei prossimi mesi Ismett si espanderà a cento posti letto e questo consentirà, se l'istituto verrà messo in grado di sfruttare l'aumentata “capacità produttiva”, di raggiungere livelli di efficienza ancora superiori.
Ismett rappresenta sia un'importante risorsa per la salute e lo sviluppo economico e sociale della Sicilia che un modello da studiare. L'uso del patrimonio di esperienza e conoscenza accumulato negli anni potrebbe essere utile anche per altre realtà del nostro Paese. Già altri Paesi stanno studiando e riproducendo il modello di partenariato nato e cresciuto a Palermo.


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