Medicina e ricerca

Testamento solidale, trend in crescita

di Rossano Bartoli (portavoce del Comitato Testamento Solidale)

Quando nel 2013 sei grandi organizzazioni non profit - ActionAid, Ail, Aism, Fondazione Don Gnocchi, Lega del Filo d’Oro, Save the Children - costituirono in Italia il Comitato Testamento Solidale e lanciarono la prima grande campagna di informazione per promuovere la cultura della solidarietà testamentaria, sapevamo che si trattava di una sfida difficile. Ma, proprio per questo, appassionante.
Difficile perché tutte le indagini indicavano come nel nostro Paese la prassi e la stessa idea di fare testamento fossero lontane dal sentire della maggioranza degli Italiani. Tuttavia alcuni dati ci confortavano. Il primo era l'esempio di tanti grandi Paesi a noi vicini, in particolare del Nord Europa, in cui la propensione a fare testamento era ampiamente e profondamente diffusa tra la popolazione. E, con essa, la pratica del lascito solidale. L'altra considerazione che ci spingeva era il crescente impatto che il Terzo Settore esercita sull'economia e la società italiana. Oggi, senza questa grande e variegata realtà, il nostro Paese non solo sarebbe economicamente più povero, ma non potrebbe neppure garantire l'attuale livello di welfare. Se il non-profit va ulteriormente incoraggiato e sostenuto, pensavamo, gli Italiani possono farlo anche attraverso i lasciti solidali.

A qualche anno di distanza il bilancio è incoraggiante. Ce lo dimostrano le due ricerche – una, sulla popolazione italiana, di GfK, l'altra su un campione rappresentativo di notai italiani – che abbiamo presentato alla Camera dei Deputati in occasione del Primo Convegno Nazionale “Testamento Solidale. Una tradizione che guarda al futuro”. Triplica il numero di italiani che hanno fatto o faranno un lascito. Fra il 2012 e il 2016 il numero di italiani che dichiarano di aver compiuto una donazione negli ultimi 2 anni è diminuito del 10% passando dal 37% al 33%. Fra gli stessi donatori è invece cresciuta la conoscenza dei lasciti testamentari che è salita dal 61% al 66%. Ciò spiega il forte aumento di coloro che, nonostante la crisi economica, oggi dichiarano di aver già previsto un lascito o che certamente lo faranno. E non si conferma soltanto la tendenza all'aumento del numero dei lasciti, ma anche un incremento del loro valore economico. I notai spiegano anche come le donne rimangono ampiamente la maggioranza tra chi effettua un lascito, il 66% del totale e secondo il 20% degli intervistati, si accresce l'interesse sul tema fra le persone sotto i sessant'anni o ancora più giovani.

Ad aumentare è anche il numero delle organizzazioni non-profit aderenti al Comitato Testamento Solidale che oggi conta 16 organizzazioni - ActionAid, AIL, AISM, Fondazione Don Gnocchi, Lega del Filo d'Oro, Save the Children, Aiuto alla Chiesa che Soffre Onlus, Amref, Cesvi, Intersos, Fondazione Operation Smile Italia Onlus, Fondazione Telethon, Fondazione Umberto Veronesi, Telefono Azzurro, Unicef, Università Campus Bio-Medico di Roma. Destinare un lascito solidale ad una di queste organizzazioni significa preoccuparsi degli altri nel segno della responsabilità sociale, contribuire ai progressi della ricerca e delle cure mediche a beneficio di tutti, e sostenere progetti concreti di cura e sostegno ai malati e alle loro famiglie.

Possiamo insomma concludere che sta sempre più prendendo piede, fra gli Italiani, l'idea di lasciare anche una piccola somma di denaro in solidarietà per aiutare chi ne ha più bisogno. Tuttavia la strada da percorrere è ancora lunga. Perché, malgrado i progressi registrati, il bacino potenziale al quale attingere risorse, impegno, generosità da parte degli italiani è ancora molto ampio. La nostra missione consiste nel mettere sempre più le nostre capacità al servizio di questa generosità. Nella certezza che dal loro incontro tutti trarranno beneficio, a cominciare da chi ha più bisogno.


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