Medicina e ricerca

Diabete di tipo 1: tecnologie intelligenti per aiutare i pazienti junior

di Fortunato Lombardo (Società Italiana di Diabetologia Pediatrica, Siedp)

Stando agli ultimi dati disponibili, in Italia le persone colpite da diabete di tipo 1 sono circa 300mila con un significativo incremento in tutto il mondo. Di questi, 18mila appartengono alla fascia di età tra gli 0 e i 18 anni.
Si tratta di una patologia provocata dalla carenza di insulina, che si manifesta con sete intensa, aumento delle minzioni giornaliere, debolezza e che, più frequentemente, insorge proprio in età pediatrica. In tal senso, la diagnosi precoce, in particolare nei bambini più piccoli, è fondamentale per evitare l'insorgere di danni seri all'organismo. Un tema su cui la Società Italiana Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (Siedp) si impegna da anni per fare in modo che i sintomi vengano riconosciuti precocemente, così da evitare gravi complicanze.
Il piano sulla malattia diabetica, licenziato dal ministero della Salute e recepito dalle Regioni italiane, riporta che l'impatto sociale, economico e sanitario del diabete impone la ricerca di percorsi organizzativi in grado di minimizzare gli eventi acuti e le complicazioni altamente invalidanti che comportano costi elevatissimi, diretti e indiretti per il Sistema. In tal senso, le tecnologie intelligenti, come i microinfusori di insulina, si integrano in questi percorsi migliorando la gestione della terapia insulinica e prevenendo le ipoglicemie riducendone gli episodi, spesso notturni, del 75 per cento.
Oggi, tra queste soluzioni, in uso nella pratica clinica italiana e internazionale, c'è il sistema integrato MiniMed 640G che, grazie a un sensore e un trasmettitore, è in grado di monitorare, trasmettere e visualizzare in continuo sul display del microinfusore di insulina i valori di glucosio nel sangue. Inoltre, se il dispositivo evidenzia l'eventuale pericolo di ipoglicemie, sospende automaticamente e temporaneamente l'erogazione d'insulina riavviandola, poi, in modo automatico.
Per il futuro, è auspicabile che l'evoluzione tecnologica possa “regalare” ai piccoli pazienti il cosiddetto “pancreas artificiale”, una soluzione definitiva al problema. Per adesso, la prossima tappa potrebbe essere la conclusione dell'iter di approvazione di un promettente sistema ibrido ad ansa chiusa, di cui è stato recentemente pubblicato uno studio clinico sul Journal of the American Medical Association (Jama).

Un dispositivo che parrebbe in grado di fornire un'ottima gestione della malattia attraverso il controllo automatico dei livelli di glucosio 24 ore al giorno. Al paziente resterebbe solo la gestione dell'insulina ai pasti.
Lo studio multicentrico realizzato su 124 persone con diabete di tipo 1 arruolate in dieci centri (9 negli Stati Uniti e 1 in Israele), ha dimostrato la capacità del sistema di dosare automaticamente l'insulina durante le 24 ore, con un impatto positivo sulla vita delle persone con diabete, in particolare durante le ore notturne. I risultati hanno portato alla sua recente approvazione da parte della Food and Drug Administration (FDA) americana.
Guardando al futuro più remoto, invece, in occasione di un recente incontro a Roma, a cui ha preso parte anche Francine Kaufman - Professore Emerito presso la University of Southern California (USC) e autrice di due pubblicazioni per la Diabetes American Association sulla gestione del diabete di tipo 1 e sui microinfusori di insulina e monitoraggio continuo del glucosio - si è parlato degli importanti passi avanti compiuti nell'evoluzione tecnologica applicata all'ambito diabetologico. Si tratta di un interessante percorso fatto di tecnologie innovative capaci di prevenire le ipoglicemie, abbattere l'incidenza delle complicanze e, soprattutto, generare valore traducibile in qualità di vita e minori costi a medio termine per i Sistemi sanitari che li adottano.
In dettaglio, è emerso che, per arrivare al traguardo del “pancreas artificiale”, è necessario introdurre una sempre maggiore automatizzazione. Infatti, si tratterebbe di inserire in un unico dispositivo tre elementi chiave: un microinfusore di insulina, un sistema di monitoraggio continuo della glicemia (Cgm) e algoritmi avanzati, ovvero formule matematiche all'interno del sistema, che calcolino il dosaggio in base alla lettura del Cgm, in modo completamente automatico. Una vera rivoluzione per il paziente e, in termini generali, per la gestione complessiva di questa malattia.


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