Medicina e ricerca

Migliora la ricerca negli atenei: in medicina le prime sono Padova, Torino e Bologna

di Marzio Bartoloni (da Il Sole-24Ore)

Padova e Bologna: mille anni di storia tra cortili, aule e biblioteche lasciano il segno. Anche nelle frontiere più avanzate della ricerca dove spiccano i loro nomi. Padova (nata nel 1222) e Bologna (nel 1088), insieme a Torino (fondato comunque oltre 600 anni fa) conquistano infatti le performance migliori nella mappa delle eccellenze scientifiche italiane. Sono loro a inanellare i risultati migliori nella ricerca in più settori scientifici: in ben 11 aree su 16 prese in considerazione l'ateneo veneto è tra i migliori (dalla medicina all'agraria fino alla fisica), mentre quello bolognese è eccellente in dieci e Torino in nove.
In alcuni settori continuano comunque a primeggiare accademie con vocazioni specifiche: in economia a guidare la classifica della ricerca dei “big” non poteva esserci altro che la Bocconi di Milano, mentre la capitale della matematica è Pisa, il suo ateneo è al top tra quelli più grandi mentre la Scuola Normale, sempre sotto la torre pendente, guida la classifica dei “piccoli”. Spicca la performance della Federico II di Napoli che supera per ingegneria civile i due Politecnici di Torino e Milano.

Le nuove pagelle. A quattro anni dal primo round sulla valutazione della qualità, l'Anvur, l'Agenzia che mette sotto la lente le performance dei dipartimenti universitari e degli enti di ricerca, rilascia le nuove attese e spesso contestatissime “pagelle” della ricerca italiana(sono stati messi sotto la lente oltre 118mila lavori realizzati da 65mila tra docenti e ricercatori di 96 atenei e 38 enti di ricerca). Da oggi saranno consultabili tutti i dati divisi per 16 aree scientifiche, con gli atenei divisi in grandi, medi e piccoli (in base alle risorse), che mostrano un generale miglioramento della qualità della nostra ricerca che cresce mediamente in tutta Italia, con il Nord in testa e con il Sud in recupero. Si tratta di una fotografia completa dopo un primo “antipasto” pubblicato lo scorso dicembre quando l'Anvur aveva rilasciato la classifica “generalista” degli atenei (non divisa in base ai settori) guidata da Imt di Lucca, Sant'Anna e Normale di Pisa, Sissa di Trieste, Pavia, Trento, Padova, Ca' Foscari, Milano Bicocca e Bologna. Come detto si tratta di valutazioni molto attese perché anche in base a questi “voti” il Miur divide una quota premiale alle università che quest'anno vale ben 1,4 miliardi e nei prossimi anni crescerà ancora. E su questi dati, in base a un indicatore che sarà elaborato nelle prossime settimane, saranno anche distribuiti 270 milioni di euro ai 180 dipartimenti migliori come previsto dall'ultima legge di bilancio.

I risultati per ateneo. Ma cosa dice il nuovo round della Vqr (Valutazione qualità della ricerca) 2011-2014? Che a dominare la mappa delle eccellenze scientifiche sono ancora gli atenei del Nord e del Centro - in particolare del quadrilatero Veneto, Lombardia, Piemonte, Toscana - anche se quelli del Meridione stanno gradualmente colmando la distanza. Rispetto all'ultima Vqr sono loro che spesso hanno fatto registrare i recuperi migliori. Più nel dettaglio dopo il terzetto guidato da Padova, Bologna e Torino seguono Firenze e Milano Bicocca, ognuna delle quali si è distinta in nove aree, e poi Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, Scuola Normale di Pisa, Statale di Milano e Politecnico di Torino, ciascuna distinta in 5 ambiti. Tra i grandi atenei se in Medicina svetta Padova, alle sue spalle ci sono Torino e Bologna. Il Politecnico di Torino, Venezia Iuav e il Politecnico di Milano risultano essere le migliori in Architettura. Per Scienze politiche il primo posto appartiene all'università di Milano, a seguire Bologna e Torino. Mentre nelle materie giuridiche tra i “big” a farla da padrona è ancora Milano, incalzata da Bologna e Torino. Infine, un podio alla Sapienza di Roma è assegnato per Matematica e Informatica dove si piazza al terzo posto dietro Pisa e Padova.

Migliora tutta la ricerca. «Tra il 2011 e il 2014 la ricerca universitaria italiana è migliorata», ha spiegato il presidente dell'Anvur, Andrea Graziosi. I dati, ha rilevato il ministro dell'Istruzione Università e Ricerca Valeria Fedeli, «indicano prospettive d'azione» che sono «utili a prendere coscienza dei punti di forza e di debolezza», mostrando «un'inversione di tendenza» e, soprattutto, che «in Italia abbiamo un patrimonio di intelligenze che non dobbiamo disperdere». Lo dimostrano anche i risultati di confronto con la produzione scientifica internazionale che mostrano come l'Italia, in tempi di risorse con il contagocce, continui ancora a difendersi bene. Al miglioramento della qualità scientifica delle università ha contribuito, come rileva il rapporto, anche il reclutamento di nuovi docenti e ricercatori, soprattutto nelle università del meridione. «In generale le forze fresche hanno contribuito al miglioramento del sistema universitario italiano», ha osservato Daniele Checchi, del consiglio direttivo dell'Anvur. Molto positivi, inoltre i dati relativi a brevetti e spin off, considerati indicatori importanti del grado di apertura delle università al contesto socio-economico.


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