Medicina e ricerca

Diritto e neoplasie professionali: pseudoscienza in tribunale

di Marcello Lotti (da Il Sole 24 Ore-Domenica)

In tema di processi penali che riguardano le neoplasie professionali, in particolare il mesotelioma correlato all'esposizione ad asbesto, le limitate informazioni disponibili sulla biologia del cancro (si veda la Domenica del 7 febbraio 2016), fanno sì che molte delle domande poste ai diversi consulenti trovino come risposte solo interpretazioni, congetture e preveggenze più o meno attendibili. Ci sarebbe quindi da domandarsi con Catone, Cicerone ce lo racconta nel De natura deorum, come sia possibile che un aruspice - al quale molto assomiglia chi propone risposte che la scienza non sa dare - non si metta a ridere incontrandone un altro. La solennità e il rispetto per il luogo in cui avviene l'incontro e un episodio recentemente emerso e raccontato dal «Corriere della Sera» ( 27 e 28 aprile 2017) possono a mio parere spiegarlo.
«L'aumento dell'incidenza e l'accelerazione del tempo dell'evento sono fenomeni inestricabilmente connessi. In ambito strettamente scientifico, dopo il contributo metodologico di Berry nel 2007 la discussione in merito appare definita». Così il Quaderno n.15 pubblicato dal ministero della Salute sulle attuali conoscenze circa una correlazione tra l'aumento/durata dell'esposizione all'asbesto e l'accelerazione dell'insorgenza del mesotelioma. Con sorpresa di alcuni partecipanti alla stesura del documento questa frase non corrispondeva a quella originale e ne modificava il senso. Infatti originariamente così recitava: « l'incremento della dose aumenta il rischio di sviluppo di malattia ma è oggetto di dibattito se influenzi la durata del periodo di induzione della stessa».
È evidente la diversa rilevanza delle due formulazioni che nella versione modificata consoliderebbe con l'autorevolezza del documento ministeriale la congettura in base alla quale pur essendo la neoplasia già innescata con caratteristiche di crescita autonoma quest'ultima ne verrebbe accelerata da successive esposizioni. Ciò permetterebbe poi di accusare in sede penale chiunque si sia succeduto nella responsabilità delle aziende in cui sono avvenute tutte le esposizioni all'asbesto.
Cosa era successo? Secondo i verbali del Consiglio Superiore di Sanità ottenuti con un ricorso al TAR di uno degli ignari scienziati dopo i ripetuti dinieghi del ministero della Salute al loro rilascio, un noto ex procuratore della Repubblica avrebbe sollecitato la modifica per il tramite di un direttore generale del ministero, accolta e poi effettuata da un ristretto numero di epidemiologi accuratamente scelti. Il procuratore nega un suo intervento, il presidente del Consiglio Superiore di Sanità al tempo dei fatti conferma invece i verbali, il ministero il suo direttore generale e gli epidemiologi tacciono. Staremo a vedere.
Per quanto mi riguarda, da aruspice quale mi sono spesso dovuto dichiarare nei tribunali in assenza di prove scientifiche solide, rispondo quindi a Catone e spiego perchè non rido quando incontro certi colleghi e per quanto successo. C'è poco da ridere nell'osservare l'accettazione da parte di scienziati di suggerimenti sul loro lavoro che provvengano da ambienti estranei alla scienza. C'è poco da ridere nell'osservare le incursioni inappropriate di chi vorrebbe trovare nella scienza un supporto ai propri interessi professionali (pur dichiarandosi «molto contrario ai magistrati che fanno gli scienziati»). C'è poco da ridere delle risposte burocratiche del ministero della Salute nel giustificare i ripetuti dinieghi alle richieste di spiegazione (si tratterebbe semplicemente di editing, «una riformulazione dello stesso brano»). C'è soprattutto poco da ridere sulla scarsa considerazione che questo Paese e le sue istituzioni hanno per la scienza e nel constatare poi che i tribunali assolveranno e condanneranno sulla base di congetture rese più o meno «autorevoli». È da questa poca attenzione per la scienza, per i suoi metodi e per i suoi valori che poi nascono e prolificano le incredibili storie di oggi sui vaccini, sulle diagnosi precoci di neoplasia a tal punto sorprendenti da meritare il premio Nobel, sulle terapie alternative miracolose, sui telefoni cellulari che causano il cancro e su altre innumerevoli sciocchezze. E i pericoli legati ad alcune di queste storie, pur sottolineati da molti, non vengono poi compresi da tutti.
Infine, quanto alle motivazioni degli scienziati coinvolti in questo episodio e di chi ha un'agenda estranea alla scienza è bene ricordare loro che nella scienza non dovrebbero contare le ideologie, gli interessi personali e politici, le necessità di giustizia sociale e altre motivazioni ad essa aliene. Purtroppo queste motivazioni sembrano invece a tal punto rilevanti da far vagamente tornare alla mente le miserie intellettuali e morali del caso Lysenko, quando Stalin per la gloria del sistema sovietico volle riscrivere la genetica mendeliana. Così commentava a proposito Louis Althusser: «La storia Lysenko è finita. La storia delle cause del lysenkismo continua. Storia finita. Storia senza fine?» .


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