Medicina e ricerca

Tumore del rene: ogni anno 6.840 diagnosi effettuate “per caso”

di Giuseppe Procopio, (responsabile Oncologia medica genitourinaria Fondazione Irccs Int Milano, direttivo nazionale Aiom) e Michele Gallucci (direttore Urologia Int Regina Elena di Roma)

Ogni anno in Italia quasi 6.840 persone scoprono per caso di avere il tumore del rene: il 60% delle nuove diagnosi avviene infatti grazie a controlli eseguiti per altri motivi. Se la malattia è individuata in fase iniziale le possibilità di guarigione superano il 50%, ma ancora troppi cittadini ignorano i principali fattori di rischio come fumo di sigaretta, obesità e ipertensione. Proprio per migliorare il livello di consapevolezza su una patologia ancora poco conosciuta si celebra oggi la prima Giornata Mondiale contro il tumore del rene, promossa dall'International Kidney Cancer Coalition (IKCC), rete internazionale e indipendente di associazioni di pazienti provenienti da tutto il mondo (ne rappresenta circa 30 in oltre 20 Paesi). L'iniziativa è stata presentata in un incontro con i giornalisti al Senato reso possibile grazie a un supporto non condizionato di Ipsen S.p.A..

Il fumo di sigaretta aumenta del 54% le probabilità di sviluppare la malattia fra gli uomini e del 22% fra le donne. Un ruolo particolare è attribuito al sovrappeso, a cui va ricondotto il 25% delle diagnosi. Un dato preoccupante se consideriamo che il 45% degli italiani over 18 è in eccesso di peso. È stato stimato un incremento del rischio pari al 24% negli uomini e al 34% nelle donne per ogni aumento di 5 punti dell'indice di massa corporea. Anche l'ipertensione arteriosa è un fattore di rischio ed è associata a un incremento del 60% delle probabilità rispetto ai normotesi. Per questo è importante trasmettere ai cittadini i messaggi della prevenzione. Inoltre l'impiego sempre più diffuso della diagnostica per immagini consente di individuare la malattia in pazienti monitorati per altre cause. Sono le cosiddette diagnosi ‘casuali', estremamente importanti perché spesso mostrano la malattia in fase iniziale.

Nel 2016 in Italia sono stati registrati 11.400 nuovi casi, in tutto il mondo ogni anno se ne stimano circa 338mila. Ancora oggi le cause di questa malattia restano in gran parte sconosciute. La Giornata Mondiale è un'occasione per ridurre i confini e migliorare la collaborazione tra associazioni dei pazienti, società scientifiche e istituzioni a livello globale. L'obiettivo è avviare un processo di sensibilizzazione globale e locale sulle regole della prevenzione, sui sintomi e sui fattori di rischio del tumore del rene. In Italia l'Associazione Italiana Malati di Cancro (Aimac, www.aimac.it ) ha lanciato la nuova edizione dell'opuscolo su questa neoplasia che contiene anche consigli sugli aspetti sociali ed assistenziali. Nei tumori renali la chemioterapia e la radioterapia si sono dimostrate, storicamente, poco efficaci. L'intervento chirurgico, conservativo quando possibile, è spesso la sola arma necessaria per raggiungere la guarigione. Per le persone con neoplasia in fase metastatica, i farmaci a bersaglio molecolare hanno permesso di allungare la sopravvivenza di oltre 2 anni.

Tali terapie sono caratterizzate da un comune denominatore: svolgono un'azione anti-angiogenica, hanno cioè la capacità di inibire la formazione di nuovi vasi sanguigni. In particolare l'introduzione degli inibitori delle tirosin-chinasi ha profondamente cambiato le prospettive di cura. Nel 2016 lo scenario terapeutico europeo si è arricchito di nuove molecole con meccanismi d'azione diversi: da un lato l'immunoterapia e dall'altro i nuovi inibitori tirosin-chinasici fra i quali il cabozantinib, che ha evidenziato miglioramenti clinicamente significativi in uno studio di fase 3 nei parametri di efficacia più importanti (sopravvivenza globale, progressione libera da malattia e tasso di risposta obiettiva).


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