Medicina e ricerca

Sovra medicalizzazione e prevenzione quaternaria

di Ernesto Mola (presidente del Coordinamento Italiano delle Società Scientifiche Aderenti al WONCA)

Sovra-diagnosi e sovra-trattamento sono purtroppo aspetti insiti nella moderna medicina, che vanno conosciuti nella giusta dimensione per provare a limitarne l'impatto sulla salute delle persone e sulla collettività. Nelle ultime decadi la medicina scientifica ha fatto grandi passi avanti. Il potenziamento delle tecniche diagnostiche e di imaging, le terapie farmacologiche, le nuove tecniche operatorie e interventistiche hanno prodotto un notevole miglioramento delle cure, portando a guarigione malattie che fino a non molti anni fa erano considerate incurabili.
Ci sono però, certamente, risvolti negativi di tale potenziamento, legati non soltanto ad inappropriatezza o agli effetti avversi o collaterali, ma anche alle conseguenze insite nella pratica di alcune tecniche diagnostiche o terapeutiche. Un esempio particolarmente significativo riguarda la sovra-diagnosi negli screening per cui, accanto al raggiungimento di diagnosi precoci che consentono un migliore e meno invasivo trattamento di patologie severe, sussiste una quota di pazienti diagnosticati e trattati in cui la malattia non avrebbe di per sé mai prodotto sintomi o conseguenze sulla salute.
Esiste ormai una corposa letteratura, riguardante un numero significativo di patologie tumorali, che calcola con sufficiente approssimazione l'entità del problema. Corre perciò l'obbligo per il medico che propone uno screening al proprio paziente di comunicare vantaggi e possibili svantaggi della metodica proposta.
In realtà la sovra-medicalizzazione, intesa come uso improprio o eccessivo dei servizi sanitari, è un problema generalizzato oggi, non soltanto nei paesi sviluppati, e rischia di produrre più danni che vantaggi ai pazienti, senza considerare il problema connesso all'incremento dei costi della sanità. Si va infatti affermando con sempre maggiore diffusione la cultura della ricerca spasmodica della malattia di fronte a qualsiasi disturbo, anche non necessariamente connesso a manifestazioni cliniche di patologia, che molte volte genera sovra-trattamento e possibile danno per il paziente. Un fenomeno culturale, favorito senz'altro dalla pressione dell'industria sanitaria (del farmaco o delle tecnologie) e frequentemente dalle associazioni professionali.
Si è andato così sviluppando negli anni più recenti il concetto di Prevenzione Quaternaria, intesa come un'azione diretta ad identificare un paziente a rischio di sovra-medicalizzazione, per proteggerlo da eccessivi interventi medici e per suggerire procedure diagnostiche o terapeutiche eticamente accettabili.
I concetti sovra-esposti sono poco conosciuti tra i medici, non esistendo un'informazione indipendente che illustri l’importanza di tenerli nella debita considerazione nella propria azione quotidiana. Il Coordinamento WONCA Italia organizza a Lecce dal 28 al 30 settembre, con la sponsorizzazione della Asl di Lecce, una conferenza internazionale per trattare il tema complesso della sovra-medicalizzazione. Parteciperanno ospiti italiani e stranieri, che con le loro relazioni cercheranno di precisare con chiarezza i termini del problema e le possibili strategie per farvi fronte. Marc Jamouille, l'ideatore della definizione di prevenzione quaternaria, Anna Stavdal, presidentessa del WONCA Europe, Maria del Rosario Perez, responsabile del dipartimento radiologia dell'Oms, Roberto Satolli, giornalista e medico pubblicista, sono tra gli ospiti di rilievo presenti alla conferenza. Il convegno di WONCA Italia ha lo scopo di aggiornare le conoscenze connesse a sovra-diagnosi e sovra-medicalizzazione al fine di stimolare un atteggiamento informato e critico dei medici di fronte ai problemi che i pazienti pongono quotidianamente.
Non sono stati invitati sponsor commerciali del campo sanitario, ma grazie al sostegno della Asl di Lecce l'iscrizione alla conferenza è gratuita. Sarà presente un servizio di traduzione simultanea.


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