Medicina e ricerca

Italia anziana ma poco attenta ai suoi 13 milioni di over 65

di red.san.

È un paese di anziani il nostro, ma non è “per” gli anziani. È ancora scarso l'accesso ai servizi sociali e la promozione di misure per l'invecchiamento attivo, dall'istruzione nella terza età alle tecnologie che aiutino nella quotidianità. E per livello di indipendenza, ovvero aderenza a stili di vita salutari, attività fisica, assenza di rischio di povertà fra gli anziani siamo diciassettesimi in Europa: serve migliorare, anche nell'assistenza sanitaria tuttora inadeguata per una popolazione che invecchia sempre di più. I LEA non prevedono la visita geriatrica, in parallelo diminuiscono i geriatri: nel 2017-2018 sono solo 164 gli specializzandi in geriatria, a fronte di 396 futuri pediatri. In un Paese con oltre 13 milioni di over 65 è invece necessario garantire una maggiore sicurezza sanitaria ma anche sociale, ambientale e domestica agli anziani. La strada passa dalla tecnologia e anche da politiche di sostegno alla famiglia: i nipoti fanno bene alla salute dei nonni, che occupandosi dei più piccoli vedono ridursi del 40% il rischio di depressione e rischi correlati, quali demenza e disabilità.

Sempre più insicuri, sempre più fragili di fronte a una società che non viene incontro ai loro bisogni: nonostante gli over 65 italiani siano ormai oltre 13 milioni, non c'è ancora sufficiente attenzione alle loro necessità di sicurezza nella società, nell'ambiente, in casa e nella sanità. Lo sottolinea la Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG) in occasione del convegno “Invecchiamento attivo e autodeterminazione per il fine vita: strategie di tutela dell'anziano” nell'ambito del progetto Bollini RosaArgento dell'Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna (O.N. Da), che i è svolto oggi a Roma. Stando all'indagine che ha messo a confronto 28 Paesi europei nell'arco di quattro anni, dal 2008 al 2012, tenendo conto di fattori come le politiche per favorire l'invecchiamento attivo o il coinvolgimento sociale degli anziani, l'Italia è soltanto quindicesima per misure come l'accesso ai servizi o l'uso di tecnologie che aiutino nella quotidianità, diciassettesima per livello di indipendenza degli over 65. Serve perciò garantire un maggior accesso ai servizi sanitari dedicati e anche incentivare politiche di sostegno alla famiglia, visto che nei Paesi in cui questo accade migliora anche la salute dei senior: quando i nonni si occupano della gestione dei nipoti si riduce del 40% la loro probabilità di andare incontro a depressione.

«L'anziano, anche se non è malato seriamente, è un soggetto con minori abilità rispetto ad un adulto, per cui è necessario che le istituzioni si facciano carico di misure per facilitargli la vita. Purtroppo i servizi per l'anziano sono spesso carenti, sia pure in modo disomogeneo sul territorio nazionale,– osserva Raffaele Antonelli Incalzi, presidente SIGG – La disponibilità di specialisti in Geriatria per esempio è molto esigua in rapporto al fabbisogno né vi sono prospettive di miglioramento: il numero di specializzandi in Geriatria previsti nell'ultimo concorso nazionale era di appena 164 a fronte dei 396 specializzandi in Pediatria, sebbene la società italiana sia già vecchia e lo divenga sempre di più. Addirittura la visita geriatrica non è inclusa tra i Livelli Essenziali di Assistenza, rientrando tra le prestazioni generiche: c'è insomma un'assoluta mancanza di attenzione e cultura, a fronte delle continue dichiarazioni a favore della popolazione geriatrica». Migliorare la sicurezza degli anziani non significa solo garantire loro un accesso rapido e appropriato alle prestazioni sanitarie necessarie, ma anche pensare in maniera più ampia a politiche di sostegno alla famiglia che ne migliorino la sicurezza sociale.

«L'integrazione fra sostegno sanitario e supporto sociale adeguatamente organizzati può prevenire l'insorgere di problemi di salute – sottolinea Incalzi - Il vero strumento di sicurezza per chi invecchia è avere intorno dei giovani: si invecchia male in una società di vecchi. Politiche per la famiglia si traducono in un beneficio ai più anziani, non solo per il finanziamento delle pensioni ancora basate sul retributivo, ma in varie dimensioni: prendersi cura dei nipoti per esempio fa bene alla salute dei nonni, che così vedono ridursi del 40% il rischio di andare incontro a depressione».
​ltre alla sicurezza sanitaria e sociale, serve migliorare anche quella ambientale e domestica: i geriatri sottolineano per esempio che gli anziani sono più sensibili all'inquinamento ambientale e più a rischio di conseguenze cardiovascolari e respiratorie.


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