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Rete oncologica in Puglia, come ridurre la mobilità passiva

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Creare le condizioni favorevoli per la presa in carico del paziente sin dal sospetto diagnostico, tracciando da subito il miglior percorso terapeutico per ridurre la mobilità passiva per le malattie oncologiche. Con questo obiettivo lo scorso 28 marzo la Regione Puglia ha formalizzato la nascita della rete oncologica, pensata con il compito di implementare progetti di screening e la formulazione di indicatori con verifica periodica, al fine di valutare i progressi assistenziali per cui la Regione Puglia ha formalizzato l’istituzione della rete stessa. E ancora invertire la sfiducia dei pazienti che non conoscendo le possibilità di cura presenti nel proprio territorio, cominciando proprio dai centri di riferimento per le quattro principali patologie tumorali e cioè tumore del seno, del polmone, della prostata e del colon retto, si rivolgono altrove.

Di questo si è parlato all’evento ‘Rete Oncologica in Puglia - Come ridurre la mobilità passiva’, in corso oggi a Bari, presso l'Istituto Tumori Giovanni Paolo II IRCCS, organizzato da Motore Sanità con il supporto non condizionato di Bristol-Myers Squibb, che ha visto la partecipazione di esperti del Servizio sanitario regionale ed extra regionale. Per coordinare al meglio i centri oncologici esistenti, è indispensabile un approccio multidisciplinare che veda la partecipazione attiva di tutti gli attori del sistema coinvolti, a partire dagli oncologi, i chirurghi, i radioterapisti, i servizi di diagnostica, la riabilitazione e la psico-oncologia, senza dimenticare il medico di medicina generale primo baluardo a supporto del paziente.

Per fare tutto ciò è necessaria una rete diffusa nel territorio che garantisca cure adeguate ai cittadini perché, come dice Gianni Amunni, direttore generale dell’Istituto per lo Studio, la Prevenzione e la Rete Oncologica (ISPRO) Regione Toscana «il modello a Rete è quello più efficace per rispondere ai bisogni dei pazienti oncologici. ‘Rete’ significa accessi diffusi nel territorio, omogeneità delle cure, utilizzo governato dell'alta specializzazione e della innovazione. Rete significa tenere insieme in una squadra tutte le attività oncologiche del territorio regionale, favorendo la collaborazione tra strutture diverse con l'obiettivo di garantire una presa in carico efficace e di qualità.Rete significa dare sicurezza al paziente di cure aggiornate, condivise da tutti gli operatori che rispondono ad una regia unitaria dei percorsi».


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