Medicina e ricerca

Dalle piastrinopenie ereditarie ai tumori: la diagnosi corretta risparmia terapie inutili

di Anna Savoia* e Michela Faleschini**

S
24 Esclusivo per Sanità24

La trombocitopenia o piastrinopenia, cioè la carenza di piastrine nel sangue con conseguente rischio di emoraggie spontanee in seguito a traumi, interventi chirugici o parto, può essere più o meno grave, manifestarsi in diverse fasi della vita ed essere causata da numerosi fattori. Tra questi le mutazioni geniche determinano le piastrinopenie ereditarie: malattie rare, spesso difficili da riconoscere e diagnosticate non sempre in modo corretto, perché meno note ai clinici rispetto alle più comuni forme acquisite. Vuoi per la presenza di forme mai descritte a causa della loro eterogeneità, vuoi per la necessità di impiegare complesse tecniche di laboratorio disponibili solo in centri specializzati.

Perché, allora, studiare la genetica delle trombocitopenie ereditarie la cui trasmissione, oggi si sa, è legata a una trentina di geni? Perché alcune forme ereditarie, probabilmente correlate fra loro, aumentano la probabilità di sviluppare tumori ematologici come le leucemie. Grazie a un'esperienza quasi ventennale alle spalle e a recenti e preziosi risultati ottenuti dal nostro team abbiamo ricevuto un finanziamento dall'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC), che ci permetterà di approfondire per i prossimi cinque anni il legame tra piastrinopenie ereditarie e tumori del sangue. E di caratterizzare dal punto di vista genetico e funzionale tre geni chiamati ANKRD26, RUNX1 ed ETV6, le cui mutazioni causano altrettante rare forme di piastrinopenia ereditaria, con sintomi pressoché indistinguibili fra loro.

La relazione che lega i tre geni è piuttosto articolata. ANKRD26 è un gene fondamentale per la formazione delle piastrine, che in condizioni fisiologiche è inattivo, come pure è inattiva la via biochimica a valle. RUNX1 ed ETV6 invece sono fattori di trascrizione importanti per regolare l'attività di geni coinvolti nell'emopoiesi, il processo che controlla la produzione di tutte le cellule del sangue. Già è noto il fatto che RUNX1 agisca su ANKRD26 controllandone l'espressione. La nostra ipotesi, però, è che anche ETV6 abbia un ruolo analogo, e che possa agire su ANKRD26 regolando la stessa via biochimica che porta alla corretta produzione di piastrine.

Questo impedirebbe la regolazione fine di alcuni processi. In particolare crediamo che si alteri l'apoptosi, quel processo di morte cellulare programmata fondamentale non solo per la produzione delle piastrine, ma che protegge l'individuo anche dall'insorgenza di tumori. Capire che cosa succede lungo questa via biochimica e quale relazione intercorre fra i tre geni, è fondamentale per scoprire nuovi approcci terapeutici, diretti e più efficaci per curare il difetto piastrinico e ridurre il rischio di tumori. Molti pazienti, infatti, ricevono cure non adeguate che, oltre a rappresentare un costo per la sanità, sono inutili se non dannose. Negli ultimi anni abbiamo esaminato quasi 500 pazienti con piastrinopenie ereditarie, diagnosticando le diverse forme in circa la metà dei casi, spesso in adulti con diagnosi non appropriata e di conseguenza almeno il 20% dei pazienti aveva ricevuto trattamenti non adeguati alla malattia, pertanto inutili.

E dunque queste saranno le tappe della ricerca nel corso dei prossimi anni: identificare le mutazioni a carico dei tre geni per definire le caratteristiche cliniche delle tre rare malattie, caratterizzare meglio il rischio e il tipo di tumore e approfondire in che modo le alterazioni della via biochimica comune causino la malattia.

Riconoscere per tempo le piastrinopenie ereditarie permetterà non solo di disporre di conoscenze più precise su malattie davvero elusive, ma anche e soprattutto di intervenire con cure appropriate e tempestive. Ciò, ne siamo convinti, si tradurrà in un concreto risparmio per il sistema sanitario nazionale e in benefici notevoli per i malati.

* dirigente biologo Irccs Burlo Garofolo di Trieste e professore associato di genetica medica, Università di Trieste

** ricercatore Irccs Burlo Garofolo di Trieste


© RIPRODUZIONE RISERVATA