Medicina e ricerca

Coronavirus: visite garantite per i pazienti oncologici

di Alessandra Ferretti

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"Ai pazienti oncologici continueranno a venire garantite tutte le terapie e le visite necessarie. Anzi, proprio in questo momento di emergenza avremo ancora più attenzione nell'individuare e nel programmare le tempistiche e le modalità di cura per ogni singolo paziente oncologico". Sono parole di Carmine Pinto, presidente della Federazione Italiana dei Gruppi Cooperativi Oncologici (FICOG) e direttore della Struttura Complessa di Oncologia Medica all'Ausl-Irccs di Reggio Emilia, che interviene per ribadire la continuità dell'assistenza oncologica anche nell'attuale criticità per l'infezione da Covid-19. "Ad oggi non abbiamo dati certi che dimostrino la diversa o maggiore criticità per i pazienti neoplastici infettati o con sintomatologia da virus Covid-19 – precisa l'oncologo -, ma sicuramente ne abbiamo bisogno quanto prima per programmare al meglio le terapie e per definire ulteriormente le strategie di prevenzione e di cura".

Quelle che al momento sono state messe in stand-by sono invece le visite di "follow up". I pazienti che hanno terminato le cure da uno o più anni e che stanno proseguendo i controlli nei cinque anni successivi vengono contattati e informati telefonicamente. Le visite, in assenza di un sospetto clinico di ripresa di malattia, saranno quindi riprogrammate sulla base di nuove agende.
"Per i malati ancora in cura, invece – prosegue il presidente Ficog -, dedicheremo un'attenzione ancora maggiore per individuare le migliori tempistiche e modalità di cura per singolo paziente, in relazione alle caratteristiche biologiche e cliniche della sua malattia oncologica e ai rischi sanitari per il singolo e la collettività da potenziale infezione da Covid-19. Diventa dunque necessario, in questo senso, che nell'interrelazione tra oncologi e pazienti vengano modificate alcune modalità e abitudini nel corso dei trattamenti di chemioterapia, immunoterapia e terapie a target molecolare".

Sebbene i pazienti oncologici in corso di trattamento antineoplastico o dopo intervento chirurgico presentino una fase di immunodepressione, non abbiamo ancora dati che evidenzino un loro maggiore rischio da esposizione al virus Covid-19. "Anzi – precisa l'oncologo – proprio questi malati e i loro familiari sono più abituati ad assumere nel quotidiano comportamenti e abitudini di vita che li portano a proteggersi di più dalle infezione rispetto alla popolazione generale".
L'unico dato ad oggi disponibile su malati oncologici e ricoveri per infezione da Covid-19 proviene dalla Cina, dove, su 1.590 pazienti con infezione da Covid-19 ricoverati in 35 ospedali, gli oncologici erano 18 (circa l'1%). "Di questi – chiarisce Pinto – quattro di loro erano stati sottoposti a chemioterapia o chirurgia nel mese precedente e dodici erano seguiti in follow up dopo chirurgia".

La raccolta e l'analisi dei dati attuali in Italia diventa tuttavia urgente se in gioco ci sono le scelte e l'impatto delle terapie nei pazienti oncologici a fronte dell'infezione da Covid-19.
Ad oggi, l'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) ha costituito un'unità di crisi Coronavirus, impegnata su quattro linee principali: predisporre l'approvazione dei farmaci in uso "off label" già identificati e sottoposti a valutazione da parte del Comitato tecnico scientifico, ricerca e sviluppo/accesso ai farmaci sperimentali ad attività antivirale o anti-infiammatoria (è il caso rispettivamente del remdesivir e del tocilizumab), partecipazione all'elaborazione della linea guida nazionale di management e contrasto alle carenze di medicinali a livello ospedaliero.

"Raccogliere e analizzare i dati italiani e sviluppare in quest'ambito programmi di ricerca è indispensabile per definire la scelta e le migliori strategie di cura e di prevenzione per tutti i nostri pazienti", specifica Pinto. "Ficog ribadisce l'impegno e la piena disponibilità dei gruppi cooperativi italiani impegnati nella ricerca oncologica a sostenere e coadiuvare in quest'ambito le iniziative istituzionali".


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