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Obesità: priorità per il vaccino Covid, dimenticata nelle cure

di Barbara Gobbi (da Il Sole-24Ore)

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Obesi di tutto il mondo, vaccinatevi. Nessuna facezia, ma un monito serissimo per una delle prime categorie a rischio Covid per fragilità e quindi con diritto di accesso alla vaccinazione dopo gli over 80. Sono in tutto quindici, quelle individuate dal ministero Salute nell’aggiornamento dei criteri di accesso alla profilassi contro il coronavirus l’8 febbraio scorso, e la “grave obesità” rientra tra queste. Un riconoscimento ufficiale - risvolto paradossalmente positivo dello tsunami Sars-CoV-2 - di quella che ancora oggi non è guardata come una patologia ma come un “eccesso di vizio”, ignorato dai Livelli essenziali di assistenza (Lea) e quindi di fatto senza diritti di piena tutela, a cominciare dalla prevenzione, da parte del Servizio sanitario nazionale. A fronte di uno stigma sociale che colpisce gli obesi fin da giovani. La Giornata mondiale che si celebrerà il 4 marzo sarà l’occasione proprio per accendere i riflettori sulle mancanze nell’assistenza a un vero e proprio esercito di persone, in crescita anche in Italia. L’obesità è la quinta causa di morte più frequente al mondo, associata a malattie gravi come il diabete di tipo 2, le patologie cardiovascolari, l’ipertensione, diversi tipi di tumore. In Italia, gli italiani in sovrappeso sono venti milioni, sei milioni gli obesi e 500mila i grandi obesi.
«Nel novembre 2019 quando il Parlamento italiano ha riconosciuto all’unanimità l’obesità come malattia cronica, abbiamo compiuto un primo passo importante – spiega Andrea Lenzi, professore di endocrinologia alla Sapienza di Roma e presidente di Open, l’Obesity Policy Engagement Network che dopo questo primo traguardo è al lavoro con il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri per inserire la patologia nei Lea -. Poi, con la pandemia abbiamo registriamo il riscontro immediato del Consiglio superiore di sanità che ha accolto la nostra lettera-appello a tutte le istituzioni a vaccinare gli obesi tra i primi, contro il coronavirus». Tema che è al centro delle celebrazioni per il 4 marzo, a partire dal convegno in Parlamento dove si farà il punto sulla malattia e dalla campagna Obecity, che mira a promuovere l’adozione di sani stili di vita anche in collaborazione con grandi ospedali come il Niguarda di Milano e il Gemelli di Roma. Intanto, durante il primo anno della pandemia gli obesi hanno scontato gravissimi ritardi nelle cure, come denuncia Diego Foschi, presidente della Sicob, Società italiana Chirurgia dell’obesità e delle malattie metaboliche: «Gli interventi di chirurgia bariatrica sono calati in media del 25-30% con punte del 50% in alcuni casi. In attesa della piena ripresa delle attività vanno strutturati e rafforzati piani di sostegno integrati, che includano il consulto tramite telemedicina, percorsi di dieta mediterranea - perfetta contro il Covid-19 perché che con le sue componenti rafforza il sistema immunitario - e supporto psicologico».
«L’obesità è una vera e propria malattia epidemica dovuta a un malfunzionamento dell’organismo – spiega Michele Carruba, Presidente del Centro Studi e Ricerche sull’obesità dell’Università degli studi di Milano – che possiamo prevenire e curare. Quasi il 50% della popolazione italiana ha un peso non compatibile con un buono stato di salute, un bambino su tre è in sovrappeso, uno su quattro è obeso e un piccolo che si ammala di obesità ha l’80% di probabilità di mantenere questa condizione da adulto». Il problema non è solo l’obesità in sé ma le malattie gravi che a essa si associano: il 90% dei casi di diabete 2, il 55% dei casi di ipertensione, il 35% delle cardiopatie ischemiche o ictus e il 35% dei casi di tumore. Poi è arrivato il Covid: «Le metanalisi condotte in tutto il mondo mostrano che le persone obese sono più vulnerabili del 50% nei confronti del coronavirus, con il 50% in più di probabilità di contrarlo in forma grave e con esito fatale rispetto a un normopeso», avvisa ancora Carruba. Da qui l’appello ai vaccini che fa schizzare la categoria degli obesi virtualmente in testa a quelle prioritarie, proprio per tutte le malattie gravi che a questa condizione sono associate; la coesistenza di complicanze, frequentissime, dell’obesità, aumenta in modo esponenziale il rischio. Il piano del ministero su modi e tempi della campagna vaccinale guarda solo ai gravi obesi, cioè con indice di massa corporea (Bmi) superiore a 35, ma potenzialmente la platea include 6,5 milioni di persone (obesi e grandi obesi), cui andrebbero destinati considerando la doppia somministrazione 13 milioni di dosi.


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