Medicina e ricerca

Ipnosi in sala operatoria: cosa dice la scienza?

di Nicoletta Gava *

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24 Esclusivo per Sanità24

Gli interventi chirurgici sono tra le procedure mediche più delicate e che più spesso corrono il rischio di essere associate ad esperienze personali stressanti ed effetti collaterali. Sempre più di frequente nella pratica clinica, si tende ad associare ai percorsi tradizionali tecniche non farmacologiche che possano ridurre lo stress vissuto dal paziente, accorciare i ricoveri, ridurre effetti collaterali, diminuire il consumo di farmaci analgesici e anestetici e - più in generale - favorire una rapida guarigione. L’ipnosi è ormai da tempo utilizzata come intervento complementare in medicina e da alcuni decenni la letteratura scientifica ne supporta l’efficacia. Per questo motivo, numerosi ricercatori si occupano periodicamente di aggiornare e raccogliere i risultati sperimentali più recenti con l’obiettivo di consolidare e diffondere le conoscenze. È il caso di uno studio pubblicato a marzo nel quale gli autori traggono conclusioni rispetto alle aree di efficacia comprovata e a quelle che necessitano ulteriore approfondimento.
L’articolo include ricerche su interventi chirurgici sia in anestesia generale che locale, che hanno impiegato l’ipnosi prima, durante e/o dopo l’operazione, che includessero un gruppo di controllo e che ne misurassero gli esiti su una vasta gamma di variabili. Tra i quadri indagati rientrano casi di procedure diagnostiche (es., biopsie), cardiochirurgia, chirurgia orale, gastroenterica, ginecologica, oculistica ed ortopedica.
Come considerazione preliminare, gli autori rilevano un interesse crescente verso questa tecnica, visto l’aumento del volume di pubblicazioni. Tra le tematiche più investigate rientrano il dolore, il consumo di farmaci ed i tempi di degenza. I risultati mostrano che i pazienti preparati con ipnosi provano meno dolore, richiedono meno analgesici e vengono dimessi in tempi più brevi. Inoltre, le operazioni di soggetti esposti ad ipnosi durano meno, segno di una riduzione nel numero di complicazioni.
Alla luce di quanto emerso da questa rassegna sistematica della letteratura, gli autori concludono che è necessario approfondire tale fenomeno e auspicano la realizzazione di studi ulteriormente rigorosi sul piano metodologico. In particolare, evidenziano la necessità di replicare gli esperimenti prodotti così da consolidare le conoscenze. Fanno inoltre notare che, nonostante tutti gli studi selezionati abbiano fatto uso di metodiche ipnotiche, queste erano molto diverse tra loro e non sempre venivano descritte con sufficiente livello di dettaglio.
L’ipnosi è una disciplina eterogenea che raccoglie vari stili. Questa ricchezza è stata promossa dallo stesso M. H. Erickson - uno degli autori più influenti e colui che ha gettato le basi dell’ipnosi moderna - il quale esortava spesso gli allievi a fare la “loro” ipnosi piuttosto che cercare di replicare quella che vedevano in altri. Per questo motivo, presso il nostro Centro, dopo avere insegnato le tecniche di induzione fondamentali, molta enfasi viene posta sullo sviluppo di uno stile personale del clinico. Rispettando alcuni principi di base, è infatti possibile condurre un intervento rigoroso, scientificamente fondato ed efficace facendo allo stesso tempo ricorso alle proprie risorse tecniche, personali e relazionali.
La letteratura scientifica internazionale continua a produrre conferme sull'utilità delle metodiche ipnotiche in vari ambiti di applicazione ed esempi di questo tipo contribuiscono allo sviluppo organico e rigoroso della disciplina

* Direttrice del Milton H. Erickson Institute di Torino

Bibliografia
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