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Epatite C: ai nastri di partenza lo screening che coinvolgerà 17 milioni di cittadini

di Alessio Aghemo*

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24 Esclusivo per Sanità24

E' finalmente arrivato un ulteriore tassello nella lotta all'epatite C che condurrà l'Italia all'eradicazione del virus entro il 2030, come richiesto dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
Notizia della scorsa settimana, annunciata durante l'evento "Screening ed emersione del sommerso, fase II: cronoprogramma e modalità operative regionali", è la conferma definitiva della disponibilità del fondo di 71,5 milioni di euro stanziati per attuare lo screening HCV su popolazioni primarie come detenuti presso le carceri, tossicodipendenti in cura presso i SerD e i cittadini nati tra il 1969 e il 1989 di tutta Italia. Conferma subito ribadita anche dal Ministro Speranza, che con comunicato e post facebook ha assicurato il riparto del fondo alle regioni e il vincolo al 2022.
ACE - Alleanza Contro le Epatiti, promossa da AISF – Associazione Italiana per lo Studio del Fegato e da SIMIT – Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, con il patrocinio di EpaC onlus, fautore di tale importante conquista a livello nazionale ora sarà impegnata ad assicurare la realizzazione dello screening a livello locale attraverso una serie di incontri in cui cercherà di fornire supporto all'implementazione dell'iter procedurale nelle differenti realtà locali e a monitorare i risultati dello screening sul territorio.
È ormai urgente, data la disponibilità immediata dei fondi, che le Regioni si organizzino affinché il momento del test, fase primaria, e della rilevazione dell'infezione porti velocemente al trattamento del virus. Basti pensare che nel nostro Paese si stima una forbice tra i 250.000 e i 400.000 individui che potrebbero aver contratto il virus e non esserne consapevoli.
Per questa ragione, è fondamentale focalizzare il proprio impegno a livello di misure di sanità pubblica nell'identificazione del sommerso, garantendo un rapido accesso al trattamento, che oggi, è in grado di eliminare completamente la malattia.
La campagna di screening non è ancora entrata nel vivo ma alcune Regioni sono già ai nastri di partenza. Al momento, Piemonte, Lazio, Campania e Lombardia si stanno organizzando mettendo in atto tutte le fasi per l'implementazione degli screening. Sono in studio le metodologie di intercettazione delle coorti da testare per esempio attraverso chiamata diretta da parte del medico di famiglia o del servizio di prevenzione territoriale attraverso lettera, telefono o sms. I test che le Regioni metteranno a disposizione per lo screening sono semplici test sierologici o prelievi venosi effettuati in possibile combinazione con altri esami di laboratorio.
Nel dettaglio, la Regione Piemonte ha attuato una determina regionale di recepimento che mette a bilancio i fondi già disponibili e ha istituito un gruppo di lavoro che si riunirà per l'avvio delle attività. La Regione Lazio ha interamente vincolato i fondi e ha elaborato un protocollo che contiene il modello organizzativo per il monitoraggio, la raccolta dei dati e la stima dei costi. La Regione Campania si è già dotata di un tavolo tecnico locale e alla luce dei fondi disponibili sono in corso valutazioni sulla tipologia di test da erogare a seconda dei setting di paziente. Sono in studio le metodologie di intercettazione della popolazione da screenare e di identificazione del personale sanitario necessario. Infine, in Regione Lombardia è presente un tavolo tecnico che ha elaborato un documento che definisce i setting di popolazione e modalità di erogazione (test rapidi) che entro fine maggio sarà oggetto di delibera ufficiale.
In questa prima fase la popolazione soggetta a test potrebbe essere quella afferente a carceri e SerD, poiché di più immediata e semplice individuazione, in seguito i cittadini nati tra il 1969 e il 1989. Agli individui positivi al virus dell'Epatite C dovrà poi essere assicurata la gestione ottimale del trattamento e follow-up, con particolare attenzione ai pazienti gravi e fragili, quali pazienti con cirrosi, epatocarcinoma, ed altre note complicanze.
Le tappe regionali che ACE - Alleanza Contro le Epatiti si appresta a realizzare hanno lo scopo di sostenere e incentivare quelle Regioni in cui dovessero ravvisarsi difficoltà o ritardi e sensibilizzare decisori e coordinatori regionali affinché questa prima fase sia operativa in tempi ragionevolmente brevi in tutte le Regioni per raggiungere l'obiettivo dei 17 milioni di cittadini da screenare.

*Segretario AISF - Associazione Italiana per lo Studio del Fegato


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