Medicina e ricerca

Tumori, cuore ed ematologia, un Piano Marshall per tornare alla normalità

di Giordano Beretta *

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24 Esclusivo per Sanità24

Un “Piano Marshall” per il ritorno alla normalità, con la ripresa delle visite, degli screening e degli esami in ospedale, sottolineando l’importanza dell’aderenza alle terapie. Lo lancia FOCE, la ConFederazione degli Oncologi, Cardiologi e Ematologi, che in questi mesi si è impegnata sollecitando le Istituzioni per assegnare la priorità nella vaccinazione alle persone estremamente vulnerabili quali i pazienti oncologici ed ematologici in trattamento attivo con chemioterapia o immunoterapia e quelli con scompenso cardiaco in classi avanzate, con trapianto di cuore o post-shock cardiogeno. Oggi la maggior parte di questi pazienti è stata messa in sicurezza perché vaccinata ma, con l’avvio dell’immunizzazione sistematica anche nella popolazione generale, si deve pensare ad un grande piano per consentire un graduale ritorno alla normalità nei prossimi mesi per gli 11 milioni di pazienti oncologici, cardiologici ed ematologici che vivono nel nostro Paese. FOCE nasce infatti con una visione di lungo periodo, che va oltre la pandemia, per promuovere e risolvere problemi comuni come l’accesso uniforme alle terapie innovative su tutto il territorio, percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali, l’adesione agli screening e la prevenzione con progetti di sensibilizzazione sugli stili di vita sani. Infatti, in Italia, più del 30% del totale dei decessi (37% negli uomini e 26% nelle donne) è dovuto a fattori di rischio ben noti e modificabili: fumo, alimentazione scorretta, sedentarietà, eccesso ponderale, consumo eccessivo di alcol.
FOCE lancia quindi un Piano che vede protagoniste le aree mediche (onco-ematologia e cardiologia), che rappresentano le prime due cause di morte del nostro Paese, ma che può portare benefici, più in generale, anche nella gestione delle altre patologie. Da un lato per ridurre incidenza e mortalità di malattie non Covid, dall’altro per garantire l’attuale e futura sostenibilità del Sistema Sanitario.
Il Piano vuole agire su due obiettivi. Nel breve periodo avvieremo una campagna, rivolta ai cittadini, di sensibilizzazione per il ritorno il prima possibile alla normalità, lanciando messaggi chiari, tranquillizzanti ma forti sulla necessità di riprendere le cure, di non abbandonare i piani terapeutici, tornando in sicurezza negli ospedali, riprendendo esami e visite e sottolineando il ruolo decisivo dell’aderenza alle terapie.
Vogliamo rivolgerci direttamente ai cittadini e ai malati, per sconfiggere la paura di recarsi negli ospedali, di affrontare gli screening, ribadendo la necessità di seguire corretti stili di vita compromessi da un anno di lockdown. I cittadini devono comprendere che gli ospedali sono luoghi sicuri, il personale sanitario è stato vaccinato e il rischio di contrarre il virus è estremamente ridotto, mentre le altre patologie onco-ematologiche e cardiologiche, ma più in generali tutte le malattie croniche, purtroppo possono aggravarsi se non sono controllate con regolarità. Una campagna che possa raggiungere tutte le fasce di età, anziani in primo luogo, ma anche genitori e adolescenti, per ribadire che contro malattie come i tumori solidi e del sangue e le patologie cardiovascolari non c’è lockdown. Una campagna di massa, inoltre, perché i cittadini non seguano il fai-da-te, ma i consigli del medico e siano aderenti alle terapie, soprattutto se colpiti da patologie croniche.
In secondo luogo, vogliamo avviare una campagna rivolta alle Istituzioni nazionali e regionali, perché riprendano i programmi di prevenzione secondaria. Gli screening per il tumore della mammella, della cervice uterina e del colon retto hanno registrato una riduzione di due milioni e mezzo di esami nel 2020 rispetto al 2019 e, in media, per i tre programmi di prevenzione secondaria il ritardo è compreso tra 4 e 5 mesi. È necessario pianificare azioni destinate a recuperare il pregresso che sta diventando importante, adottando un impegno straordinario, per recuperare i mesi perduti, attivando per esempio nei fine settimana i mammografi e sviluppando una campagna anche con i farmacisti per il sangue occulto nelle feci. Ovviamente per far ciò è indispensabile che le ASL tornino a richiamare i cittadini a sottoporsi agli screening e ai regimi vaccinali, in una parola che riprenda una macchina ferma da troppi mesi.
Nel medio periodo, il Piano prevede che vengano stabilite, con i decisori nazionali e regionali, strategie che possano colmare le lacune strutturali in termini di investimenti in strutture, personale medico (e non), in riorganizzazione territoriale, in potenziamento dei posti letto; dialogando quindi con i Ministeri della Salute, dello Sviluppo Economico, della Pubblica Istruzione, della Famiglia, con le Regioni, i pazienti (e le loro associazioni) e le società scientifiche.
Una campagna di questo tipo, rivolta in primo luogo ai pazienti oncoematologici e cardiologici, potrà portare risultati anche a cittadini colpiti da altre patologie poiché messaggi come quelli legati alla sicurezza garantita oggi negli ospedali, alla necessità di non abbandonare le cure, di non rinviare le visite e gli screening e di essere aderenti alle terapie sono universali.

* Vice Presidente FOCE (ConFederazione degli Oncologi, Cardiologi e Ematologi) e Presidente nazionale Aiom (Associazione italiana di Oncologia medica)


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