Medicina e ricerca

Solaris: stanziati 7,5 milioni dalla Ue per la ricerca sulla malattia cronica infiammatoria dell’intestino

S
24 Esclusivo per Sanità24

Una risposta efficace alla malattia cronica infiammatoria dell’intestino, nota anche come inflammatory bowel desease, potrebbe arrivare dalle acque dei nostri oceani, fiumi e laghi. O meglio dalle alghe in essi presenti.
Per questo motivo, lo studio delle alghe e dei loro composti sarà al centro della ricerca Algae4IBD (Algae for Inflammatory Bowel Desease) all’interno del progetto Horizon 2020 finanziato dall’Unione Europea coordinato dall’Istituto di Ricerca Migal (Israele), per il quale è previsto lo stanziamento di 7,5 milioni di euro per i prossimi quattro anni.
Partita a giugno 2021 e finanziata dall’Unione europea, la ricerca Algae4IBD coinvolge 21 partner internazionali e hacome obiettivo lo studio e lo sviluppo di alimenti funzionali e prodotti farmaceutici ricavati dai composti delle alghe, come trattamento per l’IBD, l’Inflammatory Bowel Desease o malattia infiammatoria dell’intestino.
Tra i 21 partner coinvolti, anche l’azienda italiana di biotecnologie Solaris Biotech di Porto Mantovano (Mantova), che fornirà il proprio supporto tecnico attraverso la progettazione e la realizzazione dei bioreattori necessari alla sperimentazione sulle alghe.
Per l'industria farmaceutica le alghe sono di notevole interesse grazie al loro contenuto di acidi grassi polinsaturi ad elevato valore fisiologico, come ad esempio l'Epa (acido eicosapentaenoico) e il Dha (acido docosaesaenoico), per i loro potenziali effetti antitumorali e antiinfiammatori. Inoltre la coltivazione di queste piante, già utilizzate per produrre biocarburanti, è estremamente economica, dato che necessitano soltanto di sole e anidride carbonica. Le alghe sono quindi la nuova frontiera della ricerca su farmaci e integratori alimentari.
Attualmente, in tutto il mondo, sono quasi 7 milioni le persone affette da IBD e da altre malattie dell'apparato digerente. L'IBD, che descrive sia la colite ulcerosa sia il morbo di Crohn, è un disturbo dell'intestino che causa un'infiammazione prolungata, danneggia il tratto digestivo ed è associato ad un elevato rischio di cancro del colon-retto. Al momento non esiste un protocollo terapeutico standardizzato e universalmente efficace; le opzioni di trattamento sono costose e nelle fasi acute si basano principalmente sui cortisonici che però possono essere assunti solo per brevi periodi.
Trovare una risposta alle persone che soffrono di questa malattia è dunque la priorità del progetto Algae4IBD.
«Per questo sono stati riuniti specialisti di ben 11 Paesi: esperti in crescita e produzione di alghe, gastroenterologi, sviluppatori di alimenti funzionali e PMI farmaceutiche. Questo gruppo multispecialistico e multiculturale apporterà le competenze necessarie per sviluppare prodotti che, si spera, possano prevenire e curare l'IBD. Le persone che soffrono di questa malattia vogliono una soluzione e sono già molto entusiaste della prospettiva che possa derivare dal nostro progetto» afferma Dorit Avni dell'istituto di ricerca MIGAL in Israele, coordinatrice del progetto.
La prevalenza dell'IBD è aumentata negli ultimi decenni, specialmente nei paesi sviluppati e colpisce le fasce di età più giovani. Le alghe possono essere l'ingrediente mancante che questo consorzio spera di aggiungere agli alimenti funzionali, come cereali e frullati, per prevenire, trattare e ridurre i sintomi dell'IBD.


© RIPRODUZIONE RISERVATA