Medicina e ricerca

L'impatto deflagrante del Covid sull'infarto: in Piemonte mortalità dal 6% al 10% nel primo lockdown

di Ferdinando Varbella *

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24 Esclusivo per Sanità24

Nel 2020 il mondo si è fermato per la pandemia ed è poi ripartito al rallentatore, con pesantissime ripercussioni per la salute della popolazione e per l’organizzazione dell’attività sanitaria: sono ancora incalcolabili i danni globali a lungo termine conseguenti alla diffusione dell’infezione respiratoria da Sars-CoV2, ma lo sono anche gli effetti indiretti su tutte le altre patologie che sono state trascurate, soprattutto nei mesi di marzo-aprile, sia per la paura dei pazienti di accedere all’ospedale, sia per la chiusura delle attività elettive. Anche in periodo pandemico, la principale causa di morte in Italia sono rimaste le malattie cardiovascolari, la cui mortalità anzi ha avuto una recrudescenza proprio a causa degli effetti della pandemia.
Il gruppo di emodinamisti dell’Ospedale di Rivoli dell’AslTo3 ha condotto e pubblicato uno studio relativo alla regione Piemonte (la seconda regione più colpita dal Covid durante la prima ondata) sull’impatto del Covid sull’infarto miocardico trattato con angioplastica in emergenza (cosiddetto infarto Stemi) nei mesi marzo aprile 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019 (Quadri G et al. Int J Cardiol 2021).
I dati sono stati ottenuti dai 18 laboratori di Emodinamica nel circuito 118 in Piemonte, i quali hanno effettuato nei primi due mesi Covid solo 2.888 procedure coronariche rispetto alle 5.498 effettuate nello stesso periodo del 2019 con una riduzione del 47%.
Il dato più drammatico riguarda il trattamento dell’infarto Stemi: dallo studio emerge che sono raddoppiati, dal 12% al 22%, i pazienti giunti in ospedale tardivamente dopo 12 ore dall’esordio dei sintomi con un aumento delle complicazioni più gravi come lo shock cardiogeno e, la rottura del cuore. Le procedure interventistiche in emergenza per l’infarto Stemi nella Regione Piemonte nei due mesi in esame si sono ridotte da 416 a 276, un calo di oltre il 33%.
In conseguenza di queste variabili negative, la mortalità ospedaliera per infarto in Piemonte è passata dal 6% al 10% nei due mesi del primo lockdown (dati Gise integrati con ricerca outcome presentati al XIII Congresso Nazionale HTA 26-30 ott 2020).
A conferma di questo scenario, sempre a livello piemontese i dati di attività dei Laboratori nel 2020, resi pubblici dal Gise, la Società italiana di cardiologia interventistica, risentono drammaticamente dell’emergenza Covid ma confermano anche l’Emodinamica di Rivoli, rimasta sempre attiva durante tutto il periodo critico come unico riferimento interventistico di tutta la zona Ovest dell’area metropolitana torinese, come il centro a maggiore volume in Piemonte e il secondo centro d’Italia come numero di angioplastiche coronariche. Considerando l’attività globale della Unità Funzionale Interaziendale di Emodinamica Rivoli-San Luigi di Orbassano, che è Centro Unico dal 2015 con una completa integrazione delle equipe di Emodinamisti che lavorano nelle due sedi, il numero dei pazienti trattati si conferma superiore ai principali centri italiani.
Il numero totale dei casi trattati ha portato il Laboratorio a essere certificato dalle agenzie sanitarie (Agenas, Prevale) e dalle società scientifiche (Gise, Anmco) per la numerosità e complessità dei casi trattati e di risultati clinici di riduzione della mortalità a breve e lungo termine: il tasso di mortalità a 30 giorni per infarto miocardico è del 4.8% a Rivoli a fronte di una media nazionale dell’8.2% nel 2019, l’ultimo disponibile.
Il laboratorio di Emodinamica di Rivoli in questi giorni compie 20 anni: è stato un percorso di crescita continua in un lungo arco di tempo durante il quale la sanità pubblica è cambiata radicalmente: sono cambiate le risorse a disposizione, è cambiata la richiesta di salute della popolazione, che si è rivolta sempre più all’emergenza ospedaliera, l’innovazione tecnologica ha trasformato l’approccio clinico e, in funzione di questi fattori, si è profondamente trasformata l’organizzazione dei servizi.
La cardiologia interventistica si è ritagliata un ruolo sempre più importante in questo contesto e Rivoli ha conquistato una posizione di primo piano nel panorama del servizio sanitario pubblico, con una ricaduta immediata sulla salute della popolazione, ben rappresentato dal tasso di mortalità per infarto fra i più bassi d’Italia.

* Responsabile Centro Unico di Emodinamica Rivoli Torino Asl TO3, Ospedale San Luigi di Orbassano - Capo Dipartimento Medico Asl TO3 - Direttore SC Cardiologia PO Rivoli Torino - Presidente Anmco Piemonte


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