Medicina e ricerca

La concentrazione nel sangue dell’acido ippurico indicatore predittivo di "fragilità" negli anziani

di Laura Brunelli *, Roberta Pastorelli *

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24 Esclusivo per Sanità24

Secondo i dati Istat, l’invecchiamento progressivo della popolazione ha portato gli italiani over 65 a costituire il 23% dell’intera popolazione italiana. L’invecchiamento non è un processo omogeneo, ma si caratterizza per diversi fasi di indipendenza e/o dipendenza del soggetto anziano alle reti familiari di assistenza e di cura. La fragilità è una sindrome geriatrica, che si traduce in una minore capacità dell’anziano nel rispondere a situazioni di stress in un continuum tra autonomia e dipendenza. Anche se la fragilità è strettamente legata ai processi di invecchiamento umano, il grado con cui questa si manifesta varia notevolmente tra soggetti della stessa età. Per questa ragione identificare rapidamente persone anziane a rischio di fragilità prima che questa si manifesti clinicamente è un’importante priorità per garantire la tenuta del Sistema Sanitario Nazionale e per fornire sia nuove indicazioni prognostiche che immediate proposte d’intervento.
Attualmente, il procedimento diagnostico per valutare la fragilità di un soggetto anziano è particolarmente lungo. La fragilità, infatti, viene valutata dai servizi geriatrici secondo 33 indicatori, risultanti da test cognitivi, fisici e l’anamnesi clinica del soggetto.
Uno studio, condotto dai ricercatori dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri Irccs, all’interno della “mission” dell’Italian Institute For Planetary Health (IIPH), in collaborazione con la Fondazione Golgi Cenci e la Fondazione Mondino e finanziato dalla Fondazione Cariplo, pubblicato sull’autorevole rivista Journal of Gerontology ha messo in luce il ruolo dell’acido ippurico come indicatore della fragilità nell’anziano in base al consumo di frutta e verdura in una popolazione italiana.
Lo studio, che, a partire dal 2012, ha valutato 433 soggetti di età compresa tra 76-78 anni, divisi equamente tra maschi e femmine e fragili e non fragili, ha evidenziato come la concentrazione, più o meno alta, nel sangue di acido ippurico, una molecola di derivazione alimentare, sia in grado di predire lo sviluppo della fragilità in una popolazione italiana anziana.
Evidenze sempre maggiori mostrano uno stretto legame tra le abitudini alimentari e l’indice di fragilità. È recente infatti la dimostrazione che la diminuzione dell’assunzione di polifenoli (molecole molto importanti per la salute dell'organismo) e, più in generale, la diminuzione dell’assunzione di frutta e verdura sia un evento sfavorevole che si riscontra maggiormente nei soggetti fragili. Lo studio, attraverso l’utilizzo di tecnologie sofisticate, quale la spettrometria di massa, ha identificato l’acido ippurico, metabolita di derivazione polifenolica come possibile indicatore oggettivo dell’assunzione di frutta e verdura”.
Nei soggetti fragili vi è una significativa riduzione dei livelli plasmatici di acido ippurico e questi sono associati ad una diminuzione del consumo di frutta e verdura. È stato, inoltre, osservato che, nell’arco di 4 anni, gli anziani che avevano alti livelli plasmatici di acido ippurico non diventavano fragili al monitoraggio del quarto anno: Questo dato suggerisce quindi che la misura dell’acido ippurico nel sangue potrebbe essere un parametro importante da tenere in considerazione per predire lo sviluppo della fragilità nell’arco di 4 anni in una persona anziana.
La conferma di questa indicazione avverrà allargando lo studio ad altre popolazioni anziane italiane e non solo e andando a investigare se l’acido ippurico stesso possa essere un determinante biochimico e abbia un ruolo fisiologico nel contrastare l’insorgenza della fragilità nell’anziano
In prospettiva i risultati di questo studio potranno fornire nuove possibilità di diagnosi della fragilità per permettere al Sistema sanitario nazionale di elaborare interventi di welfare appropriati nel contrastare l’insorgenza di questa sindrome geriatrica.

* Istituto di ricerche Farmacologiche Mario Negri Irccs


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