Medicina e ricerca

Un progetto per i farmaci di domani

di Andrea Lenzi *

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I medicinali, le tecnologie mediche e la sanità digitale diventano sempre più parte integrante delle opzioni terapeutiche globali, comprendendo sistemi basati sull'intelligenza artificiale ai fini di prevenzione, diagnosi, trattamenti migliori, monitoraggio terapeutico e dati per i medicinali personalizzati e per altre applicazioni sanitarie. I farmaci non saranno più solo un principio attivo, perché potranno essere abbinati a nuove tecnologie per determinarne l'uso, la frequenza di assunzione e il dosaggio, in funzione della situazione personale di ciascun paziente.
Le cure del futuro, insieme alle applicazioni digitali, potranno aiutare i pazienti a gestire malattie croniche quali diabete, depressione e patologie cardiache e ad ottimizzare il trattamento farmacologico. Parliamo di oltre 250 tra terapie digitali (137) e strumenti di ‘digital care’ (122) attualmente disponibili in commercio o in fase di sviluppo. Le prime (chiamate DTX), per ora concentrate sulle malattie psichiatriche (37%) e neurologiche (31%), hanno come principio attivo un algoritmo e non una tradizionale molecola e prevedono un coinvolgimento attivo del paziente, garantendo una maggiore appropriatezza prescrittiva. Le DC sono invece vere e proprie piattaforme virtuali per gestire condizioni patologiche a 360 gradi, anche attraverso il coinvolgimento di operatori del settore sanitario e trattano ad esempio malattie oncologiche (17%) e diabete (13%). Sono fondamentali, perché attraverso le medicine digitali (farmaci con integrati sensori) possono comunicare con il medico attraverso un’applicazione specifica.
Anche per i ricercatori clinici, le DTx e DC rappresentano un'opportunità per rimodellare il futuro degli studi clinici, permettendo la raccolta di dati in tempo reale, in larga scala, e facilmente condivisibili. Inoltre, le terapie digitali offrono maggiori benefici distributivi rispetto ad altri servizi sanitari e sono pronte ad aiutare un sistema sanitario sovraccaricato. Queste terapie sono anche più accessibili rispetto ai servizi sanitari tradizionali e possono ridurre le lacune nell'assistenza ai pazienti, un aspetto importante per migliorare i risultati degli stessi. Infine, possono anche rappresentare una via per l'accesso alle cure per i pazienti che sono tradizionalmente svantaggiati come per coloro che vivono in aree con opzioni sanitarie limitate.
Di questa rivoluzione, l’Europa ha preso atto: nell’Horizon Europe Strategic Plan 2021-2024 è sancita l’importanza strategica di sbloccare tutto il potenziale di nuovi strumenti, tecnologie e soluzioni digitali per una società sana, prestando attenzione a gestire correttamente possibili rischi nel campo della sicurezza e delle questioni di carattere etico, sociale, normativo per tradurre queste innovazioni nelle politiche e nei sistemi sanitari, oltre che nella pratica clinica. Germania, Francia, Belgio e UK hanno già adottato dei percorsi ad hoc di accesso all’innovazione; in Italia, invece, DC e DTX vengono ancora classificate come dispositivi medici. Per questo è fondamentale che il nostro Paese colga in fretta l’opportunità offerta dalla trasformazione digitale e dall’unione tra ricerca farmacologica e innovazione tecnologica. Fondazione Lilly ritiene che la definizione di un adeguato quadro organizzativo, normativo e regolatorio, possa rendere possibile l’inizio di una nuova era sanitaria per l’Italia, permettendo di trattare e gestire adeguatamente alcune patologie specifiche, con un conseguente miglioramento della qualità di vita dei pazienti, un aumento dell’efficienza dei percorsi di cura, un contributo all’efficientamento della spesa sanitaria e quindi un’opportunità per la sostenibilità e l’universalità del nostro sistema sanitario.

* Presidente del Comitato nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita della Presidenza del Consiglio dei ministri - Coordinatore del Comitato consultivo Fondazione Lilly


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