Medicina e ricerca

L’ingegneria industriale per «salvare il Natale»

di Francesco Pilati *, Giandomenico Nollo **

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24 Esclusivo per Sanità24

Il nuovo Dpcm varato nella serata di mercoledì scorso ha un obiettivo preciso: vaccinare quante più persone nel minor tempo possibile. È questo infatti lo scopo dei diversi provvedimenti che sostanzialmente incentivano molto fortemente la prima dose per quanti non l’hanno ancora ricevuta, 7.670.000 aventi diritto, e anticipano il più possibile la terza per i 45.530.428 cittadini che hanno già completato la prima campagna di immunizzazione. Il nobile e dichiarato scopo è quello di "salvare" il Natale degli italiani, sia in termini di rapporti sociali sia per quanto riguarda il fatturato di molte attività economiche che vedono nelle prossime settimane un’imprescindibile fonte di reddito. Senza dimenticare che, con il via libera dell’Ema al vaccino anti Covid Pfizer-BioNtech per la fascia di età tra i 5 e gli 11 anni, in Italia a dicembre dovrebbero cominciare le somministrazioni per una platea potenziale di circa 3.300.000 bambini.
Questi lodevoli intenti si devono però necessariamente misurare con aspetti strettamente tecnici e inerenti all’organizzazione logistica dei processi sanitari di massa. È possibile inoculare circa 850.000 dosi di vaccino ogni giorno da qui a Natale, sapendo che nel pieno della campagna vaccinale della scorsa estate si sono iniettati al massimo 602.000 vaccini in un giorno?
La platea di cittadini italiani che alla luce della riduzione a cinque mesi di attesa dalla seconda dose per ottenere la terza è già ora molto ampia e lo sarà sempre di più nelle prossime settimane. Sono infatti circa 25.900.000 gli italiani che hanno ricevuto la seconda dose dal 25 aprile al 25 luglio 2021 e che quindi avranno diritto a ricevere la dose booster entro Natale. 4.800.000 cittadini l’hanno già ricevuta, ma resta comunque una quantità enorme di inoculazioni da effettuare con la maggior celerità possibile per porre un argine alla quarta ondata e a potenziali successive.
A questi numeri imponenti si deve aggiungere che in queste settimane molte delle strutture e delle risorse impiegate per la campagna della scorsa primavera/estate non sono più disponibili, come ad esempio padiglioni fieristici, palazzetti dello sport, musei e auditorium. Per di più, fortunatamente, gli operatori socio-sanitari impiegati in maniera eccezionale negli scorsi mesi per la più grande campagna vaccinale mai affrontata, sono in larga misura rientrati alle loro mansioni ordinarie, per assistere al meglio i pazienti affetti da patologie diverse dal Covid-19 e anzi recuperare il tempo perso durante lo scorso inverno in termini di screening, diagnosi e trattamenti.
La Regione Lombardia con il commissario Bertolaso ha già preso atto di questa problematica e annunciato una larga mobilitazione per mettere in campo una risposta efficiente e massiva. Per realizzarla in Lombardia, come nelle altre regioni italiane è necessario però impiegare tutte le conoscenze e competenze proprie dell’organizzazione della logistica dei processi sanitari per affrontare l’ultimo miglio di questa campagna vaccinale che ha ottenuto fino ad ora un enorme successo. I modelli e metodi quantitativi nonché le tecnologie e strumenti propri dell’ingegneria industriale ancora una volta potrebbero permettere di ottenere risultati non scontati. Sono questi infatti gli approcci che già nella logistica permettono di ricevere i prodotti acquistati online lo stesso giorno e che nelle fabbriche garantiscono produttività ed efficienze competitive a livello internazionale.
Alcuni tentativi di successo sono già stati effettuati, come lo sviluppo del primo digital twin di un centro vaccinale di massa da parte dei sottoscritti, testato, validato e utilizzato la scorsa primavera/estate in Alto Adige. Modello questo che ha consentito di allestire centri vaccinali efficienti, con un impiego ottimale delle risorse (personale, spazi, tempi). Porre ora l’attenzione sull’efficienza dei centri non è uno sfizio o un orpello, ma, nell’attuale contesto di risorse di personale già scarse e tempi strettissimi da rispettare, è una necessità e l’adozione di queste tecnologie per la salute pubblica la migliore garanzia di successo della seconda campagna vaccinale anticovid.

* Dipartimento di Ingegneria Industriale – Università di Trento
** Dipartimento di Ingegneria Industriale – Università di Trento e vice presidente Società Italiana di Health Technology assessment (Sihta)


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