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Linfoma a cellule mantellari, Aifa approva la Car-T KTE-X19 di Kite Gilead

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KTE-X19 per il trattamento del linfoma a cellule mantellari recidivante o refrattario ha ricevuto da Aifa l'autorizzazione alla rimborsabilità. Si tratta del primo trattamento autorizzato per questo tipo di linfoma e il secondo trattamento di Gilead a ricevere l'approvazione da Aifa.
KTE-X19 è una immunoterapia cellulare basata sull’utilizzo di cellule Car-T (cellule T che esprimono un recettore chimerico (Car) capace di riconoscere e legare un antigene espresso sulle cellule tumorali) approvata per il trattamento di pazienti adulti con linfoma a cellule mantellari recidivante o refrattario (MCL R/R). Questa terapia può essere utilizzata dopo due o più linee di terapia sistemica, tra cui un inibitore della tirosin chinasi di Bruton (BTK).
L’autorizzazione si basa sui dati del trial clinico Zuma-2. Zuma-2 è uno studio multicentrico di fase 2, a singolo braccio, condotto in aperto in 20 centri negli Stati Uniti e in Europa1 - in cui sono stati arruolati 74 pazienti adulti con MCL R/R già sottoposti in precedenza ad almeno due linee di terapia sistemica. Il trattamento è stato somministrato a 68 pazienti e ne è emerso un tasso di risposta globale del 93%, con il 67% dei pazienti che ha ottenuto una risposta completa dopo una singola infusione di KTE-X19. Nelle analisi di sicurezza sono stati osservati la sindrome da rilascio di citochine (CRS, cytokine release syndrome) ed eventi neurologici, di grado 3 o superiore, rispettivamente nel 15% e nel 31% dei pazienti.
Il linfoma mantellare è un linfoma non-Hodgkin a cellule B che rappresenta il 3-6% dei linfomi non-Hodgkin e presenta generalmente un decorso clinico aggressivo.
La prevalenza stimata è circa 1/25.000.
Il linfoma mantellare colpisce gli adulti di mezza età, soprattutto attorno ai 65 anni, e più spesso il sesso maschile (rapporto M/F di 4:1). I pazienti con MCL R/R dopo due o più linee di terapia sistemica, incluso un inibitore della tirosin chinasi di Bruton (BTK), hanno una prognosi sfavorevole, con una sopravvivenza globale mediana da 6 a 10 mesi. «La disponibilità di questa prima terapia cellulare per il linfoma mantellare recidivante o refrattario fornisce un’opzione importante per i pazienti - ha dichiarato Paolo Corradini, Direttore della Divisione di Ematologia della Fondazione Irccs Istituto nazionale dei tumori di Milano e Professore Ordinario dell’Università degli Studi di Milano -. Al momento le opzioni di trattamento per questi pazienti, la cui malattia progredisce dopo le terapie iniziali, sono pressoché nulle. Esiste quindi una sentita necessità di nuove opzioni terapeutiche. Gli elevati tassi di risposta osservati supportano il potenziale di KTE-X19 come terapia efficace per le persone affette da linfoma mantellare recidivato o refrattario, con un profilo di sicurezza gestibile».
«KTE-X19, la nostra seconda terapia Car-T, nonché la prima in assoluto per i pazienti affetti da linfoma mantellare recidivante o refrattario, rappresenta uno straordinario passo in avanti nella ricerca e un’importante opzione terapeutica per i pazienti con prognosi davvero sfavorevole» ha affermato Valentino Confalone, Amministratore Delegato di Gilead Sciences Italia. «In questi anni – prosegue - abbiamo lavorato con dedizione per fornire opzioni terapeutiche sempre più all’avanguardia in ematologia e in oncologia. La nuova frontiera per le terapie cellulari è quella di renderle disponibili per il trattamento di un numero sempre maggiore di tipologie di tumori solidi ed ematologici garantendo al contempo la sostenibilità del sistema sanitario».
Lo studio clinico Zuma-2
Zuma-2 è uno studio clinico di fase II a braccio singolo, multicentrico, condotto in aperto, che ha arruolato e sottoposto a leucaferesi 74 pazienti adulti (età ≥18 anni) con MCL con malattia refrattaria o recidivante già trattati in precedenza con un numero di linee di terapia fino a cinque, incluse chemioterapia contenente antraciclina o bendamustina, terapia anticorpale monoclonale anti-CD20 e terapia con inibitori della BTK ibrutinib o acalabrutinib.
Gli obiettivi dello studio sono quelli di valutare l’efficacia e la sicurezza di KTE-X19 dopo una singola infusione in questa popolazione di pazienti. L’endpoint primario dello studio è il tasso di risposta globale (ORR, objective response rate). L’ORR in questo studio è definito come il tasso combinato di risposte complete e di risposte parziali valutato da un comitato indipendente di revisione radiologica (Independent Radiology Review Committee).
Gli endpoint secondari includono la durata della risposta, la migliore risposta obiettiva, la sopravvivenza libera da progressione, la sopravvivenza globale, l’incidenza di eventi avversi, l’incidenza di anticorpi CAR anti-CD19, i livelli di cellule CAR-T anti-CD19 nel sangue, i livelli di citochine nel siero e i cambiamenti nel tempo del punteggio della scala EQ-5D e del punteggio della scala analogica visiva.
Informazioni su KTE-X19
Le cellule CD3+ autologhe trasdotte anti-CD19 (note in precedenza come KTE-X19) sono una terapia con recettore antigenico chimerico dell’antigene (CAR, chimeric antigen receptor) delle cellule T.
Nel dicembre 2020 la Commissione Europea ha concesso l’Autorizzazione all’Immissione in Commercio condizionale per le cellule CD3+ autologhe trasdotte anti-CD19, la prima terapia CAR-T approvata in Europa per pazienti adulti con linfoma a cellule mantellari recidivante o refrattario dopo due o più linee di terapia sistemica, incluso un inibitore della tirosin chinasi di Bruton (BTK, Bruton’s tyrosine kinase).


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