Medicina e ricerca

Autismo e problematiche urologiche: l’importanza di un approccio multidisciplinare

di Paolo Castiglia

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Finora l’attività scientifica intorno al mondo dell’autismo si è concentrata principalmente su problematiche cognitive, motorie, di comunicazione, intestinali, odontoiatriche, ma pochissimo su quelle urinarie. In letteratura si contano meno di 10 lavori scientifici a livello internazionale. I sintomi urinari sono quindi sottostimati e sotto diagnosticati nei soggetti con disturbo autistico.
Le domande da cui partire invece sono: le persone affette da autismo soffrono di disturbi urinari? Esiste un collegamento tra spettro dell’autismo e spettri urologici?Ad Arezzo, al primo evento scientifico nazionale dedicato alle problematiche urologiche collegate al tema dell’autismo, un panel di esperti di tutti gli ambiti medici ha cercato di rispondere a questi interrogativi.
I dottori Marilena Gubbiotti (Urologia - Ospedale San Donato di Arezzo) ed Emanuele Rubilotta (Urologia - AOUI di Verona), con l’Associazione Autismo Arezzo e il suo Comitato Scientifico (Moreno Marchiafava - Neuropsichiatria di Roma, Chiara Benedetti – Neurologia di Città di Castello, Andrea Laurenzi, Raffaella, Carmine Tabarro – Associazione Autismo Arezzo) sono stati i promotori dell’evento, con il patrocinio della ASL Toscana sud est, del Comune di Arezzo, di Unicef, della Società Italiana di Urodinamica e dell’Istituto Serafico di Assisi.
L’importanza della ricerca
Gli urologi Emanuele Rubilotta e Marilena Gubbiotti con la collaborazione del neuropsichiatra infantile Prof. Leonardo Zoccante, della neurologa Dr.ssa Chiara Bedetti e dello psichiatra Dr. Moreno Marchiafava hanno avviato a marzo 2022 una indagine conoscitiva sul tema. Il progetto è sostenuto dalla Associazione Arezzo Autismo e dal mondo dell’associazionismo italiano. Al convegno sono stati presentati i dati finora raccolti. Dall’indagine emergono evidenze solide circa la reale portata delle principali problematiche urologiche in soggetti con spettro autistico.
Circa il 75% dei casi esaminati presenta infatti problemi urologici. Difficoltà nello svuotamento della vescica riguardano oltre la metà dei casi, e in particolare il getto indebolito intermittente viene riferito da circa un terzo delle persone con autismo, mentre una eccessiva attesa prima di iniziare a urinare è comune a più della metà dei soggetti. L’impellenza a urinare viene riportata nel 38% dei casi e una sindrome impellenza minzionale viene sperimentata da oltre un terzo delle persone con disturbo autistico. L’incontinenza urinaria non è infrequente con un tasso del 18%.
La enuresi notturna ha tassi leggermente superiori alla popolazione generale, di circa il 20%. Inoltre tutti questi sintomi si associano a condizioni di autismo di livello di gravità maggiore, sperimentate quindi da persone con maggiori disabilità.
Obiettivo: migliorare la gestione urologica dei soggetti autistici.
Questi dati, unici nel panorama internazionale, chiariscono come le problematiche urinarie siano un dato di fatto nelle persone con disturbo dell’autismo, e debbano quindi essere davvero indagate e valutate dall’urologo in collaborazione multidisciplinare con gli specialisti che seguono questi pazienti. La sola interazione tra specialisti può portare a una adeguata gestione dei disturbi urologici nelle persone con autismo. L’urologo può infatti aiutare a diagnosticare sintomi e condizioni patologiche ma soprattutto può collaborare con le famiglie e i caregivers nella gestione della incontinenza urinariacon programmi riabilitativi di toilet training.
Ad oggi nei centri di neuro-urologia in genere non ci si occupano elettivamente di questi soggetti, come negli ambulatori divisionali urologici o neurologici non è previsto un loro accesso facilitato. Nel Veneto ad opera del Prof. Zoccantee in Toscana si sta cercando di ovviare al problema creando delle collaborazioni per gestire con team multidisciplinari queste persone e garantire migliori percorsi di valutazione.


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