Medicina e ricerca

Malattia di Crohn e Colite Ulcerosa, nel 2030 si stima il raddoppio dei pazienti

di Flavio Caprioli *

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Le malattie infiammatorie croniche intestinali, note anche come MICI, che comprendono la malattia di Crohn e la rettocolite ulcerosa, sono patologie a carattere autoimmunitario che interessano l’apparato digerente, causando sintomi cronici ed invalidanti quali dolori addominali, diarrea con sangue, febbre e perdita di peso.
In Italia tali patologie interessano circa una persona su 200, cioè 250mila persone e, seppur potendo insorgere in tutte le fasi della vita di una persona, registrano il loro picco di prevalenza nella fascia di età giovane-adulta (fra 20 e 30 anni). Non è raro però il loro esordio sotto i 18 anni di età, ed in età infantile, o viceversa in individui sopra i 60 anni. Fortunatamente oggi sono disponibili numerose terapie farmacologiche per le MICI, che consentono alla maggior parte dei pazienti affetti di ottenere una qualità di vita normale, e di ridurre la disabilità correlata alla patologia.
Purtroppo, però tali malattie sono destinate a diventare sempre più diffuse in Italia, con la stima di un raddoppio entro il 2030 rispetto agli attuali 250mila pazienti attualmente ritenuti affeti. Un fenomeno che sarà accompagnato da un invecchiamento progressivo della popolazione colpita. Si è sempre trattato di patologie tipiche dell'età giovanile, con un picco di esordio nella fascia tra i 15 e i 30 anni, con alcuni casi anche in età pediatrica.
Si tratta di dati realistici basati su indagini epidemiologiche: di fronte a una incidenza stabile (numero di nuovi casi per anno), si prefigura un aumento costante della prevalenza (numero di casi totali percentuali). Ulteriore elemento epidemiologico importante è rappresentato dall’età media sempre maggiore dei pazienti, fenomeno principalmente legato alla prosecuzione del follow-up e all’invecchiamento dei pazienti già diagnosticati.
In questo contesto epidemiologico, sarà comunque fondamentale garantire un trattamento omogeneo dei pazienti su tutto il territorio nazionale, per cui IG-IBD sta predisponendo un ambizioso programma formativo per medici e infermieri a livello regionale. Il progresso scientifico degli ultimi anni ha messo a disposizione dei clinici strumenti straordinari, quali nuovi farmaci biologici, nuove piccole molecole, e recentemente farmaci biobetter, biosimilari con caratteristiche migliorative rispetto agli originator.
Questa disponibilità renderà necessario in futuro implementare percorsi di terapia personalizzata, tesi ad individuare il farmaco migliore per ogni paziente. In questo ambito, IG-IBD propone di promuovere studi farmacologici comparativi di tipo pragmatico e prospettico, per meglio orientare la futura scelta terapeutica. Infine, sarà fondamentale comprendere come implementare nelle MICI le innovazioni tecnologiche in linea con il PNRR, come la telemedicina e la medicina digitale.
E’ in linea con questo impegno anche il Ministero della Salute, che recentemente si è mobilitato avviando una serie di iniziative. Durante l’incontro dello scorso 19 maggio, tenutosi presso la sede del Ministero, sono state trattate tematiche di elevata rilevanza, quali la costituzione di un registro nazionale delle MICI, che rappresenterà la base per futuri studi epidemiologici relativi a queste patologie ed aiuterà nell’identificazione fattori di rischio ambientali. Si è parlato inoltre di argomenti particolarmente attuali, quali l’implementazione della telemedicina e della medicina digitale nelle MICI come complemento all’attività sanitaria tradizionale, uno dei cardini del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), e dell’applicazione della medicina di precisione in queste patologie, che consentirà in futuro di aiutare il clinico nella scelta della terapia farmacologica più adeguata al singolo paziente.

* Segretario Italian Group for the study of Inflammatory Bowel Disease (IG-IBD)


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