Medicina e ricerca

Dolore vertebrale: la cura è possibile con le terapie mini-invasive

di Mario Muto*

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24 Esclusivo per Sanità24

Il dolore vertebrale è una delle evenienze più frequenti del mondo moderno occidentale e trova le sue cause più frequenti in quella che è la patologia degenerativa del rachide che coinvolge vertebre, articolazioni intervertebrali, dischi intersomatici e strutture muscolo-legamentose.
L'ernia discale è l'esempio più frequente di questo processo degenerativo vertebrale che può causare sintomatologia variabile da una modesta cervicalgia o lombalgia sino a sindromi radicolari con sciatalgie importanti e la diagnosi è certamente possibile con la Risonanza Magnetica.
Alla base del dolore vertebrale in questi casi vi è l'attivazione di una cascata infiammatoria che non sempre si riesce a domare con la terapia farmacologica.
Per tale motivo dopo 2/3 mesi dall'inizio della sintomatologia , con l'insuccesso della terapia medica ed in assenza di deficit neurologici si può ricorrere a terapia percutanea mini-invasive quali l'ossigeno-ozono image guided, la nucleoplastica ed altri sistemi di decompressione discale che mirano a ridurre la pressione intradiscale e la componente infiammatoria con un successo intorno all'85% dei casi.
Vi è purtroppo una predisposizione genetica per alcune malformazioni congenite quali la scoliosi e disallineamenti vertebrali che purtroppo hanno ripercussioni sulla postura dei pazienti con attivazione di una cronicizzazione del dolore.
I crolli vertebrali da fragilità ossea su base osteoporotica sono un'altra evenienza frequente e con l'allungamento della vita media sta diventando una patologia più frequente nonostante la terapia medica preventiva eseguita dai pazienti. Viene definita come la epidemia silente poiché non da segni di se sino a quando non si verifica un crollo vertebrale con una dorso-lombalgia acuta definita dal paziente come uno dei dolori peggiori vissuti nella propria vita, estremamente invalidante nelle vita quotidiana.
Anche in questo caso la precocità della diagnosi con la esecuzione di una Risonanza Magnetica vertebrale è fondamentale per una corretta terapia non solo medica ma anche con l'ausilio di un busto. Tuttavia in circa il 40% dei casi nonostante la terapia medica ed il busto non si riesce ad ottenere la formazione di callo osseo e qui si deve ricorso a tecniche mini invasive quali la vertebroplastica o la cifoplastica con tecnica di riespansione endovertebrale.
Tali tecniche sono caratterizzate dalla iniezione endovertebrale di una resina acrilica che va a bloccare i micromovimenti del crollo determinando una riduzione del dolore nel 90% dei casi.
Con tali tecniche si possono curare anche i dolori vertebrali determinati dalle metastasi vertebrali associando non solo la iniezione di cemento ma anche la radiofrequenza che determina una ablazione delle cellule neoplastiche associata alla iniezione di cemento che conferisce una maggiore resistenza alle vertebre stesse.
Con le tecniche mini invasive è inoltre possibile curare tumori primitivi benigni quali gli angiomi vertebrali, le cisti ossee aneurismatiche e osteomi osteoidi.
Fondamentale è la valutazione clinica e la diagnostica per immagini con TAC, RM e PET TC per la corretta selezione dei pazienti da sottoporre a trattamento e la diagnosi differenziale con altre patologie che necessitano di altre terapie.

*Direttore UOC Neuroradiologia Diagnostica e Terapeutica AO Cardarelli di Napoli


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